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Pagelle – Non è che i calciatori del Napoli non ne possono più di De Laurentiis?

Il plebesimo napoletano che aveva accolto Mazzocchi come se fosse Maicon. Gli occhi al cielo di Lobotka. Per fortuna Mazzarri non ha parlato

Pagelle – Non è che i calciatori del Napoli non ne possono più di De Laurentiis?
foto Ssc Napoli

Le pagelle di Torino-Napoli 3-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

GOLLINI. Già con il Monza, Ilaria cara, sono mancate le parole. Oggi è peggio ancora, in una delle giornate più vergognose della gestione del Duce Aurelio, summa maxima della sua arrogante e presuntuosa metamorfosi post-tricolore. Uno scuorno senza fine. E nonostante le tre pappine incassate, Gollini è l’unico che merita la sufficienza, se non altro per aver evitato un altro gol, quello dell’ex Zapatone nostro – 6

Il migliore del Napoli senza ombra di dubbio, tanto da non sembrare nemmeno del Napoli per quanto è diventato uno scempio questo Napoli. Una bella parata con i pugni, un’altra di istinto su Zapata con le ginocchia e persino un salvataggio dopo il palo preso dai granata. Ha giocato contro il Torino e anche contro i propri stessi compagni, presi da uno strano istinto suicida. Più di questo non poteva fare. Va sotto la curva con le lacrime agli occhi e chiede persino scusa – 7

DI LORENZO. D’accordo, l’unica azione perigliosa del Napoli origina a destra, tra lui e Zielinski. Ma è parva res ché l’Eurocapitano è diventato il brutto addormentato per antonomasia di questa squadra. Cos’è che non va? La testa, le gambe? Mistero da profondo azzurro che vira al nero tenebra. Serve il lettino del massaggiatore o dello psicologo? Ma la mia idea, Ilaria, è che persino i giocatori abbiano gli zebedei frantumati dalla gestione di De Laurentiis, tra mancati rinnovi, intrusioni nello spogliatoio, interferenze nella conduzione tecnica, trattative estenuanti sugli stipendi (tranne che per Osimhen) e via dicendo. Vuoi vedere che inconsciamente giocano contro il Divo Aurelio? – 4

Temo che per capire cosa accade nell’inconscio dei giocatori del Napoli occorra veramente uno bravo, ma veramente bravo, Fabrizio. Di Lorenzo è completamente trasformato. Certo un peso giocherà anche l’indossare la fascia da capitano di una squadra totalmente disintegrata. A tratti è persino irritante, come quando va a parlare con Mariani dopo l’espulsione di Mazzocchi: cosa potrà mai aver detto all’arbitro dopo un suicidio così? – 3

RRAHMANI. Infierire sui due imbarazzanti centrali è ormai esercizio deprimente e ripetitivo epperò quel calcio piazzato granata che manda in rete uno degli attaccanti più scarsi del campionato, tal Sanabria, è un’onta umiliante, che si aggiunge a tutte quelle precedenti – 3

Insieme a Juan Jesus si perde Sanabria sull’azione gol. Insieme a Juan Jesus è talmente inguardabile da non meritare altro voto che questo – 1

JUAN JESUS. L’inguardabile Giovannino Gesù sconta colpe che non sono solo sue. La catena degli errori che lo hanno portato a essere un improbabile titolare è lunga: l’addio iperannunciato di Kim; l’arrivo di Natan, quinta scelta degli appunti sacri di Giuntoli; il conseguente flop dell’acerbo palindromo brazileiro; l’inspiegabile bocciatura a priori di Ostigard. Non restava che lui, da affiancare a Rrahmani, rimasto gregario finanche nell’anima. Detto tutto questo, non meraviglia che Buongiorno salti da fermo e segni mangiandogli in testa – 3

Non è solo inguardabile, è anche imbarazzante – 1

MARIO RUI. Svogliato quasi come Politano. La postura immobile, con le mani dietro alla schiena, con cui assiste all’evitabilissimo tiro di Vlasic (il due a zero del Toro) è roba da paccheri (schiaffi) a ripetizione – 3

Ha dalla sua un salvataggio miracoloso nel primo tempo, stop – 2

ZERBIN dal 58’. E’ sorprendente come anche gli eterni rincalzi siano stati risucchiati dal buco nero aureliano di questo Napoli, anziché dannarsi e inoculare adrenalina. Bah, forse li abbiamo sopravvalutati – 4

Mi fa morire il cambio ormai tipico di Zerbin. Ogni volta che Mazzarri lo mette in campo ti chiedi: ma davvero deve essere Zerbin il salvatore della patria? E infatti non lo è mai – 3

CAJUSTE. È talmente compassato che forse non riesce manco a realizzare (capire) il disastro che contribuisce a provocare – 4

Cajuste e la campagna acquisti estiva – 3

GAETANO dal 76’. Senza voto

Vedi alla voce Zerbin – senza voto

LOBOTKA. Come un marinaio che cerca di tamponare le falle della nave che affonda. A suo merito va segnalato un magistrale intervento su Sanabria in area, evitando sia il gol sia il rigore – 5,5

E il modo in cui alza gli occhi al cielo quando l’arbitro giustamente caccia fuori Mazzocchi. La faccia della disperazione – 5

ZIELINSKI. Il fantasma di Piotr buca un clamoroso gol al 40’ per portarsi maldestramente la pelota sul destro – 4

Raspadori gliela passa di fino e Piotr si dà ai ghirigori e perde palla. Dio santissimo, perché proprio a noi? – 3

MAZZOCCHI dal 45’. La sua incredibile espulsione dopo appena cinque minuti offre materia per l’ennesima appendice sul plebeismo napoletano (giornali servi e commentatori ciechi) ai piedi del Duce Aurelio. L’arrivo di questo modesto difensore quasi trentenne è stato infatti salutato con paginate e articolesse esultanti manco avessimo preso la reincarnazione autoctona di Carlos Alberto o Maicon, panacea di tutti i mali di questo Napoli. Invece Mazzocchi entra e si fa subito cacciare. Grottesca e fantozziana l’indulgenza della società, che lo ha giustificato per un “eccesso di passione” – 3

Il melenso racconto dell’arrivo di Mazzocchi a Napoli è partito in settimana con la vignetta del bambino che esce dal suo cuore dichiarando che da sempre sogna di indossare la maglia azzurra. Bella storia se poi entri in campo, tenti un omicidio e vieni buttato fuori dopo tre minuti. Ho provato un’enorme vergogna per lui. Tra l’altro deve ringraziare il Padreterno di non aver azzoppato per sempre quel poveraccio a cui voleva fratturare la gamba – 0

POLITANO. Apatico. Uno di quelli che sembra giocare manifestamente contro il presidente. Al centro, come al solito, i soldi e la tentazione araba – 3

Volesse il cielo che l’Arabia inghiottisse due o tre degli attuali giocatori del Napoli, Fabrizio! – 2

LINDSTROM al 67’. Rispetto agli altri entranti, prova a fare qualcosa. Ma nulla di incisivo o decisivo – 5

Talmente un fantasma inutile che trovo inutile persino dargli un voto – senza voto

RASPADORI. Giacomino si trangugia un gol fatto, dopo l’unico dialogo tra Zielinski e Di Lorenzo. Indi un tiro fuori, servito da Cajuste. Infine quel tacco che lancia il citato Piotr nell’azione al 40’ di cui sopra – 5

Risucchiato totalmente nella spirale perversa che ha reso il Napoli in un pasto da servire caldo agli avvoltoi – 4

SIMEONE dal 58’. Ha volontà, ma va a vuoto – 4

E ride pure, nervosamente, è ovvio, ma la cosa mi ha inquietata non poco. Si rendono conto del baratro in cui sono finiti, o no? – 4

KVARATSKHELIA. Ignorato dai compagni per quasi tutto il primo tempo, deambula invano – 4,5

Sparito anche lui nei meandri della crisi psicologica del Napoli e della folle demolizione perpetrata da De Laurentiis – 3

MAZZARRI. Peccato non averlo fatto parlare, avrebbe aggiunto perle strepitose allo show orrifico di oggi a Torino. Tipo: “Per quattro minuti ho visto un bel Napoli”. Oppure: “Sul tre a zero se Mariani non ci avesse negato quel rigore avremmo sicuramente pareggiato”. Ci sono momenti in cui la compassione deve prevalere su tutto il resto e quindi mi fermo qui – 3

Di fronte ad uno spettacolo così indegno è finita la compassione e pure la pietà – 1

DE LAURENTIIS. Stavolta manda in tv il carneade Meluso (chi era costui?) a fare le scuse ai tifosi. Patetico. Un imprenditore illuminato forse rifonderebbe tutto già nei prossimi giorni ma il Duce Aurelio continua il suo delirio senile e populista e fa dire a Meluso che “l’allenatore ha tutta la fiducia” e che le assenze si sono sentite (come se un pezzo dello scudetto non fosse anche di Raspadori e Simeone, splendidi sostituti di Osimhen nella scorsa stagione). Rischia di finire come il Riccardo III scespiriano, che sul campo di battaglia, poco prima di morire, grida: “Un cavallo! Il mio regno per un cavallo”. Ma la scena perfetta me la suggerisce l’amico Cicero: il presidente che ci mette la faccia e va in panca a fare l’allenatore, per raggiungere la quota salvezza di 40-42 punti – 2

Indecente lui e i tifosi che contestano la squadra e mai una volta il presidente. Ho letto persino gente che dà la colpa a Spalletti per quello che è diventato il Napoli. Patetico, tutto, a cominciare dal presidente e dal disastro che ha combinato per amore soltanto del suo smisurato ego pompato da uno scudetto di cui dovrebbe ringraziare Padreterno Luciano a vita, invece di sbandierare presunte verità da raccontare – 0

ARBITRO MARIANI. Tra corner e fuorigioco non azzecca nulla – 4

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