Faticano a districarsi tra parenti e procuratori. E i presidenti sono sempre più insofferenti a intermediazioni e commissioni.
Samardzic e gli altri, i dirigenti sempre più confusi: «Non sappiamo con chi parlare». A scriverlo è La Stampa con un breve articolo sul nuovo calciomercato.
L’Inter aveva vissuto un caso analogo con Lazar Samardzic che aveva addirittura già sostenuto le visite mediche al centro di medicina sportiva del Coni di Milano. Adesso la mezzala dell’Udinese è al centro di un’altra telenovela: era a un passo dal Napoli, poi è saltato tutto. I campioni d’Italia in estate avevano perso al fotofinish Gabri Veiga, finito in Arabia Saudita. Queste situazioni confuse nascono dalla presenza di rappresentanti improvvisati, spesso in contrasto con agenti professionisti che trovano più facilmente l’accordo con i club. «La verità è che spesso non sappiamo con chi parlare», dice sconsolato un dirigente che fatica a districarsi in questi gineprai di parenti e procuratori. Parallelamente cresce l’insofferenza dei presidenti al pagamento di intermediazioni e commissioni. Ecco perché le trattative non finiscono più al 90’, come le partite.
Samardzic, il Napoli e la Juventus
Samardzic, a De Laurentiis non piacciono le aste e il Napoli vira su Traorè. Ecco cosa scrive la Gazzetta dello Sport con Salvatore Malfitano.
I rallentamenti registrati nella trattativa con Lazar Samardzic hanno convinto la dirigenza a cautelarsi con un jolly, che risponde al nome di Hamed Junior Traorè.
L’acquisto di Traoré permetterebbe al Napoli di tutelarsi a dovere, considerando le complicazioni per Samardzic.
Il precedente ottimismo è stato fisiologicamente ridimensionato dalla concorrenza dell’ex direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, che ne ha sempre apprezzato le qualità. Il duello riguarda anche il nazionale belga Orel Mangala del Nottingham Forest (1998), come confermato dai vertici del club inglese. Comunque, sia sul piano tecnico che finanziario, Traoré non chiuderebbe le porte al talento dell’Udinese in modo definitivo, anche se a quel punto la priorità non sarebbe tanto forte da convincere il Napoli a partecipare ad un’asta. A De Laurentiis non sono mai piaciute.