Il designatore non ne può più delle polemiche: “La Var a chiamata ci alleggerirebbe dalle responsabilità. Ma non credo che gli allenatori la vogliano davvero”
Rocchi non ne può più. Ha sbottato. “Non siamo più disposti a sopportare ogni cosa che viene detta sugli arbitri”. E anzi rilancia con una proposta di censura a tempo: “Vietato parlare degli arbitri nelle dodici ore successive ad ogni partita. E’ una mia richiesta, sicuro, poi non dipende da noi. Non parlare degli arbitri nelle dodici ore successive alla partita vorrebbe dire limitare le polemiche del 90%”.
Insomma il designatore, evidentemente stanco delle polemiche, vorrebbe tagliare il problema alla radice: che non se ne parli a caldo, così i casi si sgonfiano, secondo lui. Rocchi, pur di togliere di dosso ai colleghi le pressioni accetterebbe anche l’introduzione del Var a chiamata: “Dal mio punto di vista, ci alleggerirebbe di responsabilità, perché a volte tutti mettono attenzione su un episodio che, magari, per l’arbitro durante la partita non aveva tutto questo peso. Io ne ho parlato con gli allenatori e non ho trovato troppi pareri favorevoli alla chiamata. Noi però non possiamo mettere nessun veto, siamo qui ad aspettare novità. Magari in futuro ci sarà”. Così Gianluca Rocchi, responsabile della CAN, nella conferenza stampa di metà stagione tenuta oggi a Coverciano.
“Voglio arbitri che decidano perché chi decide toglie responsabilità al Var. Serve il ricorso al Var solo per cose chiare. Il Var deve intervenire solo per cose evidenti, enormi, gigantesche, e invece si chiede sempre di più l’intervento delle televisioni sul calcio. Ma il VAR deve intervenire solo per cose evidentissime, non è la moviola. Capite bene che il chiaro ed evidente errore non è nemmeno facile da quantificare. Dove siamo andati in crisi quest’anno è sulle spinte perché è tutta soggettività, sta molto alla sensibilità dell’arbitro e del VAR. Noi dobbiamo rendere il più uniforme possibile il nostro lavoro, ma è impossibile uniformare al 100% qualcosa che è soggettivo. Sul fallo di mano, ad esempio, abbiamo lavorato molto bene in questi anni”.