«Qualche segnale forse c’era, poi gli americani sono abbastanza netti. E poi secondo me c’è anche qualcos’altro, oggettivamente»
L’esonerò di Mourinho ha scosso la mattina del calcio italiano. Nonostante ci fossero già alcune voci molto flebili su questo scenario, l’esonerò di Mourinho è arrivato comunque come un fulmine a ciel sereno.
Tante le possibili spiegazioni che hanno portato i Friedkin, a torto o a ragione, alla drastica scelta: avere in casa un allenatore pressoché sempre contro la proprietà non è facile. Si aggiunga poi una squadra carente sul piano del gioco, dell’organico e anche delle idee e il giochino è fatto.
Sull’esonero dello Special One si è espresso anche il ministro Abodi, il quale sospetta che a pesare sulla scelta siano state altre variabili rispetto ai soli risultati. Cosa, tra l’altro, anche richiamata da Caressa e da altri commentatori.
Le parole del ministro Abodi sull’esonero di Mourinho
Il ministro dello Sport parlando con i giornalisti alla Camera ha commentato l’esonero di José Mourinho. Dall’Ansa:
«In questi casi si dice, ne prendo atto. Qualche segnale forse c’era, poi gli americani sono abbastanza netti. Quando si rompe un rapporto di quel tipo… e poi secondo me c’è anche qualcos’altro, oggettivamente».
Friedkin ci ricorda che il padrone è incompetente e arrogante ovunque
Il direttore del Napolista, Massimiliano Gallo, sull’esonero di Mourinho e la scelta di chiamare De Rossi sulla panchina della Roma:
“Con l’esonero di Mourinho e l’ingaggio di Daniele De Rossi, noi napolisti ci sentiamo meno soli. Friedkin padre e figlio sono riusciti nell’impresa di superare il record di Aurelio De Laurentiis che cacciò Carlo Ancelotti per far posto a Rino Gattuso. I Friedkin non hanno retto il confronto. Non hanno retto un allenatore che è anche un inarrivabile stratega della comunicazione e che a ogni domanda faceva intendere che col materiale a disposizione di più non si poteva fare e che quelli della squadra erano miracoli ripetuti a ogni partita. Quel che ci fa sorridere, però, è il passaggio successivo. Friedkin non ne fa una questione tecnico-tattica. Non prende un allenatore per indicare una direzione calcistica diversa. Per criticare il portoghese nel merito. No. Si rifugia nel populismo. Al coraggio di far fuori un mostro sacro del calcio non fa seguito il coraggio di mostrare una visione del club“.