Bravissimi Gollini, Rrahmani e Lobotka. Mazzarri ha dovuto giocare con Cajuste. Mazzocchi, fin qui incomprensibile il suo acquisto
Le pagelle di Napoli-Inter 0-1 di Supercoppa, a cura di Fabrizio d’Esposito
GOLLINI. L’indomita resistenza azzurra in terra araba ha il suo perno eroico in lui e nei tre che ha davanti. E di ardite gesta, l’impavido Gollini ne fa parecchie, tra uscite e deviazioni. Bravissimo – 7
DI LORENZO. A quasi due mesi dal suo ritorno a Napoli, Walter II ha smesso di fare l’Orologiaio Matto e sembra essere diventato l’Indiana Jones che ha trovato l’arca perduta della difesa. Certo, l’Eurocapitano è ancora in fase di rodaggio come terzo centrale, e perdipiù deve sempre arrancare nella pugna offensiva, ma stasera è stato oltre la sufficienza – 6,5
RRAHMANI. L’area del Napoli è più affollata del suq di Riyadh e l’Inter dal 60’ in poi – dopo la malagiustizia di Testa di Rapuano – gioca al tiro al bersaglio. Epperò l’Amir rinato si avventa su ogni palla perigliosa e finalmente guida la difesa senza tremare. Errori e ritardi ci sono, ma conta soprattutto un fatto: l’Inter candidata a vincere il tricolore riesce a segnare solo al 91’, contro il Napoli in dieci e con vari assenti illustri. E’ un fatto, appunto – 7
JUAN JESUS. L’aria nuova della difesa a tre continua a fare bene all’anziano Giovannino Gesù, dopo la semifinale con la Fiorentina. Questo non vuol dire augurarsi di vederlo ancora titolare – anche perché Ostigard gli è superiore nettamente come centrale e poi perché uno dei due acquisti annunciati dal Duce Aurelio sarà un difensore – ma se la cava, rincuorato finanche dalla ritrovata grinta di Rrahmani – 6,5
ZERBIN. Nel déjà-vu dell’antico e benemerito mazzarrismo, è difficile per chiunque incastrarsi a destra tra Na-Politano (peraltro labile stasera) e l’Eurocapitano. Lui ci prova ma senza farsi notare. Ora andrà a fare il monaco di Monza, altro che Frosinone: buona fortuna – 5,5
OSTIGARD dal 58’. Entra, svetta e sventa – 6,5
LOBOTKA. Robotka fa il maratoneta tuttofare e deve reggere da solo il centro in teoria disposto a due. Il migliore, senza dubbio – 7
CAJUSTE. Ribadisco l’aggettivo usato già altre volte per l’acerbo svedese: leggero. Talvolta pure troppo, stasera – 5
RASPADORI dal 74’. Ha la disperata missione di far alzare il Napoli assediato e dargli un po’ d’ossigeno. Non ci riesce – 5
MAZZOCCHI. Sinora non ha dato un solo motivo che giustifichi il suo acquisto, al momento incomprensibile e soverchio – 5
MARIO RUI dal 74’. Idem come Raspadori. In più, il gol dell’Inter origina a sinistra – 5
POLITANO. Quanti errori, mamma mia. Erra in modo anonimo – 5
LINDSTROM dal 70’. Il danesino dei misteri osa (non sempre con successo) e qualcosa s’inizia a vedere. Speriamo – 6
KVARATSKHELIA. Al solito lo prendono a mazzate, ma il Che Kvara resta l’azzurro più pericoloso. E sostituirlo non è mai una buona idea – 6,5
GAETANO dal 70’. Nel finale avrebbe potuto fare giocate più semplici anziché cercare il ricamo – 5,5
SIMEONE. Il Napoli crea pochissimo e il Cholito ne paga il prezzo più di tutti. Così arretra sovente e in uno di questi rientri si becca il rosso di Testa di Rapuano, l’arbitro dei due tempi e delle due misure – 5
MAZZARRI. Per fortuna conferma il modulo della semifinale e mantiene viva la speranza che quest’anno non tutto è ancora perso. Il Napoli di stasera bissa la salutare Rabbia Saudita dimostrata giovedì scorso. Il merito maggiore di Walter II è quello di aver finalmente trovato la soluzione migliore per la difesa. Nella terra di mezzo non ha alternative per le assenze di Anguissa e Zielinski e quindi è costretto alla minestrina di Cajuste ma lì davanti la sostituzione del Che Kvara poteva risparmiarsela – 7
DE LAURENTIIS. Il Napoli rivitalizzato dell’Ancien Régime mazzarriano ringalluzzisce il Duce Aurelio che si presenta a petto in fuori, unico e solo, davanti ai microfoni tv per uno di quei suoi monologhi omnibus scanditi dalla sua nota e sfrenata verbosità. E prima di parlare di Rocchi e degli arbitri, fa l’analista internazionale e assegna una generosa patente di democrazia al regime wahhabita manco fosse Matteo Renzi, l’amico prediletto del principe bin Salman (quello dell’omicidio del giornalista Khashoggi, ucciso e fatto a pezzi). Poi però inciampa nel più becero luogocomunismo e descrive gli arabi come furbi proverbiali che usano il calcio come specchietto per le allodole. Vabbè, lasciamo perdere tutto e prendiamoci l’unica cosa concreta detta. E cioè che gli acquisti di gennaio saranno in tutto cinque. Tre già definiti (Mazzocchi, Ngonge e Traorè), due no – 4
ARBITRO RAPUANO. Notoriamente uno dei più scarsi del campionato, senza partite di cartello nel suo curriculum. Testa di Rapuano ha le sue responsabilità, certo, come la mancata espulsione di Calhanoglu (purtroppo era il primo tempo), ma la colpa principale è di chi gli ha affidato la direzione di una finale per fare sperimentazione arbitrale – 3