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Pagelle – Lo 0-0 è l’habitat di Mazzarri, Raspadori prigioniero in esilio nella metà campo della Lazio

Inspiegabile lasciare Ostigard in panchina per mesi, il Napoli passa sempre per Lobotka, Zielinski deve giocare sempre (bravo il tecnico)

Pagelle – Lo 0-0 è l’habitat di Mazzarri, Raspadori prigioniero in esilio nella metà campo della Lazio
As Roma 28/01/2024 - campionato di calcio serie A / Lazio-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Giacomo Raspadori

Le pagelle di Lazio-Napoli 0-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

GOLLINI. Uscendo stasera dall’Olimpico, Ilaria, ho avuto un folgorante e nostalgico déjà vu, tipo un’apparizione mariana. Sono tornato al 21 febbraio del 2010. Io e Max Gallo eravamo in auto, di ritorno a Roma da Siena e Max interrogò se stesso e me: “Perché non facciamo un sito nostro e lo chiamiamo il Napolista?”. Era la giornata numero 26 del campionato e il Napoli pareggiò zero a zero a Siena. Il terzo zero a zero in quattro partite, galleggiando a metà classifica a una distanza siderale dall’Inter capolista. In panca c’era Walter Mazzarri, subentrato a Roberto Donadoni dopo sette giornate. Il Napolista nacque sulla scia di un pareggio senza reti e dopo quattordici anni siamo di nuovo lì: Mazzarri allenatore, stavolta subentrato a Rudi Garcia; squadra a metà classifica; Inter prima. E’ proprio vero che certe storie fanno dei giri immensi e poi ritornano in ossequio alla Provvidenza vichiana dei corsi e ricorsi storici. Completo il quadro con una sintesi che rubo a un radiocronista di fede laziale, captata per caso: “La Lazio ha fatto un solo tiro in porta contro il peggior Napoli degli ultimi cinque anni”. E Gollini non ha fatto una sola parata – senza voto

Mi sono così assuefatta al Napoli ammalato che non riesce più a vincere che a fine partita mi sono sentita quasi sollevata dal pareggio. Non svegliarmi dal sonno ricordandomi quanto è stata modesta la Lazio e quanto il pareggio di ieri somigli ad una cocente sconfitta, Fabrizio – 6

OSTIGARD. Il Norvegese davvero Volante è il migliore dei tre piazzati lì dietro per puntellare la vocazione alla pareggite del mazzarrismo. In un caso è pure salvifico – 6,5

Da oggetto misterioso lasciato inspiegabilmente in panchina per mesi a difensore prezioso e attento. Fronteggia Felipe Anderson con carattere e determinazione, salva un gol praticamente fatto sul tiro di Castellanos a distanza ravvicinata, non perde mai la concentrazione. Ci mette fisico e intelligenza – 7

RRAHMANI. Sui calci piazzati della Lazio (non molti, a dire il vero) c’è sempre. Amir è sulla strada del rinsavimento, nella consapevolezza che in questo momento non ci sono alternative a questo modulo – 6

Limita Castellanos con grande attenzione e non macchia la sua prestazione con sbavature di alcun tipo. Io dico che è un successo, Fabrizio – 6

JUAN JESUS. Talvolta tituba sul biondo danese biancoceleste e non è un bel guardare. E sul finire del primo tempo pasticcia in uscita, con una palla maldestra a Marittiello – 5,5

Fa un po’ di fatica e rischia di commettere un erroraccio su Isaksen, ma se la cava con l’esperienza, insomma, quando toppa ci mette una pezza – 5,5

DI LORENZO. Al solito, quando il Napoli tenta di offendere si butta soprattutto a destra, affidandosi toto corde e a occhi chiusi a lui e Na-Politano. Ma la sensazione è che – fermo restando il principio mazzarriano del primo non prenderle, deinde philosophari – l’Eurocapitano ancora non si sia ambientato nella terra di mezzo, come esterno del centro. Lo dimostrano qualche fallo di troppo e un po’ di esitazione – 5,5

Non è più il solido baluardo difensivo pronto a lanciarsi in avanti con spunti brillanti. Tentenna, hai ragione tu. Non è ancora fuori dal buco nero che lo ha risucchiato – 5,5

DEMME. Chiamato alla pugna sul suolo romano, il calabro-teutonico deve sopire e troncare e questo fa. E quando si avventura in altre cose è sempre un terno al lotto – 6

Un altro che è stato condannato per mesi in panchina e da cui ora chissà cosa ci si aspetta. Dura 60 minuti e fa quello che può. La colpa del pareggio non è certo possibile darla a lui – 6

GAETANO dal 60’. Il giovane Gaetano almeno ci prova e si esibisce in un tiro al volo al 67’. Epperò perde vari contrasti lì in mezzo – 5,5

Entra lui e la partita si fa se non altro più dinamica e meno soporifera. Bello il tiro dalla distanza, ci manca chi tiri da fuori area. Prova se non altro a portare nuove idee – 6

LOBOTKA. Anche nella noia di una partita in cui non si tira mai in porta, da una parte e dall’altra, l’amato Lobo resta la misura di tutte le cose azzurre. E’ lui che addormenta il gioco ed è sempre lui che fa un paio di recuperi mostruosi in difesa – 7

Non costruisce granché ma difende che è una meraviglia – 7

ZIELINSKI. Il Senatore partente non appare affatto abulico, si vede che vuole combinare qualcosa, ma la mentalità prudente e difensiva è come se scoraggiasse ab origine i suoi tentativi. Fa benissimo, non bene, Mazzarri a mandarlo in campo e a recuperarlo – 6

Uno come Zielinski non può mai rimanere in panchina, nemmeno se è a mezzo servizio: persino quando è apatico può sfoderare all’improvviso la giocata di classe. Peccato per la punizione non sfruttata – 5,5

DENDONCKER dall’84’. A un primissimo sguardo sembra abbia un modo strano, quasi goffo, di correre e di posizionarsi, ma è solo un’impressione – senza voto

Un tipo strano, hai ragione, a tratti anche buffo nel modo di ignorare i laziali attorno a lui – senza voto

MARIO RUI. L’Orologiaio cauto decide di sostituirlo dopo una voragine che si apre a sinistra con la Lazio in attacco.  Su quel lato c’è il deserto e il povero Marittiello quando può si cimenta in traversoni senza fortuna – 5,5

Sembra in difficoltà per buona parte della partita e i cross non sono esattamente il suo punto di forza – 5

MAZZOCCHI dal 79’. Senza voto

Senza voto

POLITANO. Tanta e benemerita ammuina, purtroppo velleitaria – 6

Si propone e lotta ma non crea granché, certo, però, in attacco è il più dinamico, il che non è una buona cosa, a pensarci – 6

LINDSTROM dall’84’. Senza voto

Si dà da fare tanto anche lui. Ad un certo punto correva su e giù, a destra e a sinistra, purtroppo, però, a vuoto – senza voto

RASPADORI. In un Napoli che non vuole o non riesce a offendere, Giacomino vive la condizione di un prigioniero in esilio nella trequarti biancoceleste. Verso il 70’ però ammaestra bene una pelota d’oro ma sbaglia l’appoggio per l’accorrente Piotr – senza voto

Io vedo Raspadori in campo e soffro per lui: non ce la faccio – senza voto

NGONGE dal 79’. Promette bene. Speriamo, Ilaria – senza voto

Entra e fa ammonire un laziale, non male come esordio – senza voto

MAZZARRI. D’accordo, il Napoli aveva assenti a iosa e l’emergenza suggeriva prudenza con il ritorno all’Ancien Régime del primo Walter. Epperò la Lazio stava talmente inguaiata che forse stasera abbiamo perso un’occasione. A un certo punto dalla tribuna si è alzato un urlo belluino, alla centesima volta che i biancocelesti hanno giocato all’indietro verso Provedel: “Sarri hai rotto il cazzo”. Appunto. Ma Mazzarri è questo, un allenatore che si esalta nello zero a zero e lo rivendica pure, come se non reggesse la tensione dello sforzo di migliorarsi. Chissà, se avesse avuto pure Giacomino infortunato o squalificato, stasera avrebbe giocato con il tre-sette-zero. Quest’anno va così ed è meglio non lamentarsi – 5

Stavolta ha osato poco ed è l’unica cosa che gli rimprovero: con un Napoli ridotto all’osso e quasi nullo in attacco e di fronte ad una Lazio sbrindellata e vuota, forse i nuovi potevano essere inseriti un po’ prima. Ngonge, almeno, sicuramente – 5 

ARBITRO ORSATO. Partita senza emozioni e senza tiri in porta eppure la Lazio reclama un rigore. Mah – 6

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