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L’unico errore ammesso da De Laurentiis è di essere stato troppo generoso con Spalletti

Un’ora e mezza di conferenza apparentemente inutile: in realtà ha ripetuto che il Napoli è suo e che lui segue in prima persona le sue aziende

L’unico errore ammesso da De Laurentiis è di essere stato troppo generoso con Spalletti
Db Riyad (Arabia Saudita) 18/01/2024 - Supercoppa Italiana / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

La conferenza stampa di De Laurentiis può essere analizzata da due punti di vista che portano alla medesima conclusione. Se qualcuno si aspettava dichiarazioni clamorose, è rimasto deluso. La conferenza sugli errori commessi dal presidente del Napoli è racchiusa in trenta secondi. Ha ammesso di aver sbagliato a concedere a Spalletti la possibilità di sfuggire ai vincoli del contratto. In sostanza, ha sbagliato per troppa gratitudine, è stato troppo generoso. Un po’ come quelle persone che alla domanda “qual è un tuo difetto?” rispondono: “sono troppo buono, sono troppo sincero, sono ingenuo”. De Laurentiis ha poi insinuato il dubbio che dietro la decisione di Spalletti potesse già esserci stato un contatto con Gravina ma ha aggiunto che sono solo sospetti e quindi non contano. L’autocritica è finita qui.

Eppure la conferenza è durata quasi un’ora e mezza. Novanta minuti in cui il presidente del Napoli ha in ogni salsa ribadito un concetto: il Napoli è suo, i soldi li mette lui e il padre gli ha insegnato che guidare un’impresa vuol dire seguire l’azienda in ogni minimo aspetto. E a domanda diretta sul modello di quest’anno, decisamente più aureliocentrico rispetto al passato, ha risposto affermando che lui continuerà a guidare il Napoli come ha sempre fatto in questi 19 anni. Ergo: lui differenze non ne nota. Ha ricordato che i calciatori più forti li ha sempre acquistati lui. Che le trattative più importanti le ha condotte lui. Insomma la presa sull’area tecnica del club non la allenterà.

È in questa ottica che vanno considerate le sue affermazioni, anche quella sulla lite negli spogliatoi con Garcia. Per De Laurentiis è la normalità, lo è sempre stata. Non comprende lo stupore. Ha sempre lavorato così, anche nel cinema, basta recuperare le interviste di Carlo Verdone e Jerry Calà, giusto per fare due esempi.

Ha ricordato che la serie italiana più vista è la sua con Carlo Verdone. Che Garcia ha vinto 4-0 a Lecce perché ha giocato come diceva lui. Che aveva proposto il rinnovo a Spalletti nonostante l’evidente calo di marzo e la mancata vittoria della Champions (che lui si aspettava). Che la svolta di Spalletti è avvenuta grazie ai suoi suggerimenti, ossia all’allontanamento di calciatori che non remavano più nella stessa direzione del Napoli (in verità quello è un lascito di Ancelotti ma lasciamo stare). Ne ha dette tante di cose, la più importante è che costruirà un centro sportivo (anche lo stadio se non dovesse trovare un accordo col Comune di Napoli). Ha aggiunto che si sarebbe aspettato un’informazione napoletana più dalla parte del Napoli: «In 19 anni non ho mai tradito». A Mimmo Carratelli che gli ha posto una domanda diretta sul tema, ha negato sia di essere lui il problema sia di avere un brutto carattere.

Fondamentalmente ha ribadito che il Napoli resterà one man band. Di fatto, nonostante abbia parlato quasi solo del passato, ha tracciato i confini anche futuri del club. Il Napoli è questo, nel bene e nel male. E in questi venti anni il bene è stato nettamente superiore al male. Non si può chiedere di cambiare a un uomo di quasi 75 anni che comunque nella vita più di qualcosa ha realizzato. È il motivo per cui scriviamo che sì, De Laurentiis non ha detto nulla nella conferenza di oggi, ma per certi versi ha nitidamente fotografato la vita futura del club, soprattutto il suo perimetro.

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