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Dani Alves in tribunale: «Solo sesso orale, non l’ho schiaffeggiata, né l’ho afferrata per i capelli»

Il calciatore accusato di violenza sessuale: «Non sono violento. Lei non mi ha detto niente, ci siamo divertiti entrambi»

Dani Alves in tribunale: «Solo sesso orale, non l’ho schiaffeggiata, né l’ho afferrata per i capelli»
Tblisi (Georgia) 11/08/2015 - Supercoppa Europea / Barcellona-Siviglia / foto Imago/Image Sport nella foto: Dani Alves

Nel terzo giorno di processo a Dani Alves per l’accusa di violenza sessuale, è lo stesso calciatore a parlare alla sbarra davanti ai giudici. Le sue parole, riportate da El Mundo Deportivo, ripercorrono quella sera in cui avvenne, secondo la vittima, la violenza.

Dopo oltre quattro ore di processo, prende la parola Dani Alves: «Ho incontrato i miei amici per andare a mangiare alla Taverna della Clínic. Siamo arrivati ​​verso le 14,30 del pomeriggio. Era da tanto che non ci vedevamo e il pasto è stato lungo. Abbiamo bevuto 5 bottiglie di vino e una bottiglia di whisky. Più o meno ho bevuto 1 bottiglia e mezza di vino e diversi bicchieri di whisky. Usciti dal ristorante siamo andati a Nuba e abbiamo fatto un giro di Gin tonic. Per arrivare lì, siamo andati in macchina. Bruno guidava, perché avevo bevuto molto e non potevo guidare».

Dani Alves in tribunale: «Quando mi ha toccato, ho pensato che ci fosse attrazione sessuale»

Alves ha risposto alle domande degli avvocati della difesa prima e poi ha risposto all’accusa. La ricostruzione di quella sera secondo il calciatore

«C’è solo un bagno nell’area Vip (della discoteca, ndr). Lo so perché sono un cliente abituale. La porta della suite era aperta. Quando siamo arrivati, abbiamo ballato per un po’. Sono arrivate le prime due ragazze e sono state lì a ballare per un po’. Poi hanno invitato le altre tre ragazze. Non ho notato che si sentissero a disagio con noi. Sono stato vicino a loro, sono una persona molto estroversa, ma sempre con rispetto. Penso che le ragazze sapessero che ero Dani Alves, giocatore del Barcellona».

E ancora:

«Io e la denunciante abbiamo cominciato a ballare più vicini, ci siamo divertiti, ci siamo divertiti tutti. Lei ha cominciato a ballare più vicino a me, a ‘twerkarmi’, abbiamo cominciato a toccarci le parti intime. Lei ha cominciato a toccarmi. Quando mi ha toccato, ho pensato che ci fosse attrazione sessuale e le ho parlato per poter andare in bagno. Non ho dovuto insistere».

La violenza si sarebbe consumata in bagno

Secondo Dani Alves le cose però sono andate diversamente:

«Pensavo non sarebbe venuta, ma alla fine è entrata in bagno. Abbiamo iniziato a baciarci. Lei ha cominciato a togliermi i pantaloni, io l’ho aiutata. Mi sono seduto sulla tavoletta del water e lei si è inginocchiata per darmi Fellatio. Sono rimasto seduto per un po’, poi mi sono alzato solo per non eiaculare addosso. Dopo la Fellatio, che è stato praticamente tutto il tempo che siamo stati in bagno, poi me ne sono andato perché non volevo ci vedessero uscire insieme dal bagno. Lei non mi ha detto che voleva andare. Non le ho impedito di andarsene. Non l’ho schiaffeggiata, né l’ho afferrata per i capelli. Non sono quel tipo di uomo. Non sono violento. Non volevo nemmeno farle sesso orale. Lei non mi ha detto niente, ci siamo divertiti entrambi, niente di più».

In quel momento, racconta El Mundo Deportivo, Dani Alves è scoppiato in lacrime:

«Quando sono arrivato a casa mia moglie dormiva nel letto e io mi sono addormentato. Avevo bevuto molto. Quello che ho dichiarato adesso è identico a quanto ho dichiarato nel secondo comunicato. Nel primo non ho menzionato la Fellatio perché pensavo mia moglie non potesse perdonarmi. Quando ho pagato il risarcimento ad agosto ero praticamente rovinato. Avevo solo 50.000 euro sul conto e avevo un debito con l’erario di mezzo milione di euro” .

Relevo, chiesti 9 anni di carcere per Dani Alves

Dani Alves, ex calciatore del Barcellona, è in carcere nella città catalana dal 20 gennaio, accusato di violenza sessuale nei confronti di una 23enne.

Nel corso dell’inchiesta e del relativo processo Alves ha più volte cambiato la sua versione dei fatti, inizialmente negando tutto per poi spiegare che lo avrebbe fatto per non ammettere il tradimento alla moglie. La sentenza non è ancora arrivata, ma è chiaro che l’ex calciatore rischia grosso. Secondo quando scrive oggi Relevo il procuratore avrebbe chiesto nove anni di prigione contro il brasiliano, ma non è tutto. Ha anche chiesto il versamento di 150 000€ alla vittima.

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