Il Corsport: nel 3-5-1-1 scelto da Mazzarri servono scatto e strappi che lo svedese non ha nelle corde. Il polacco trequartista aggiunto
Gioca Zielinski a Milano, Mazzarri lo preferisce a Cajuste (e dagli torto).
Il Corriere dello Sport scrive che il Napoli di Mazzarri contro il Milan si schiererà col 3-5-1-1.
Il possibile rilancio di Zielinski dal primo minuto, beh, è stata la grande sorpresa del giorno.
Zielinski inserito nei cinque di centrocampo a galleggiare tra le linee, ad aggiungere nel carnet scatti e strappi che Cajuste per caratteristiche non ha nelle corde. Il piano è scritto: alzando il raggio di azione, quasi da trequartista aggiunto, toccherà a Zielo dettare tempi e cambi di assetto. E poi, con Lobotka più basso a scandire il ritmo, saranno lui e Anguissa ad accompagnare con gli inserimenti il gioco offensivo di Kvara e Simeone, alimentando idee, fraseggio e verticali per il centravanti.
Zielinski, De Laurentiis: «Ce l’ho a morte col suo agente».
Gli chiedono dell’esclusione di Zielinski dalle liste Champions.
«Il rendimento delle partite di Piotr com’è stato? Uno che d’estate mi dice di voler restare e poi ti spacchi e giochi bene poi si mette in mezzo il tuo procuratore, uno può anche pensare “se questo ha paura di infortunarsi”, perché devo avere uno con il dubbio sul suo impegno? Io non ce l’ho con Zielinski, ce l’ho col suo procuratore. Già guadagni più di tutti, ti offro un rinnovo. Traorè ha un riscatto della madonna, se non lo faccio giocare come faccio a capire se riscattarlo. Prendiamo Demme, quando ha dovuto giocare lui è stato un signore, disponibile».
De Laurentiis ha detto la menzogna del secolo (Corsport)
Su Zielinski De Laurentiis ha detto la menzogna del secolo. Lo scrive il Corriere dello sport con Antonio Giordano nell’articolo di presentazione della conferenza stampa che De Laurentiis terrà stamattina alle 11.30 a Castel Volturno.
Mentre il Mondo s’interroga sugli effetti del cambiamento climatico, e mica soltanto su quello, Napoli si scioglie emotivamente dinnanzi alla prospettiva di un “one man show” che manco quell’autentico fenomeno di Fiorello, perché De Laurentiis – piaccia o meno – non delude mai: è pirotecnico, fantasioso, ironico, ahilui anche dialetticamente eccessivo (e questo è un eufemismo), calcisticamente “blasfemo” sino a saccheggiare il Devoto Oli per aggrapparsi ad un verbo – sperimentare – che l’aiuti a nascondere la più limpida menzogna del secolo in corso.