Su L’Equipe. Il padre delle Olimpiadi moderne è il grande assente dalle cerimonie in vista di Parigi 2024. Il silenzio di Macron su di lui
Mercoledì prossimo la Francia di Emmanuel Macron onorerà la memoria di Missak e Mélinée Manouchian, due importanti partigiani franco-armeni fondatori. Alla cerimonia seguirà anche la pantheonizzazione dei due, una sorta di onorificenza postuma. L’Equipe si chiede se, in occasione delle Olimpiadi di Parigi, non sia il caso di riservare la stessa onorificenza a Pierre de Coubertin, “l’uomo delle Olimpiadi”.
Il progetto esiste, tuttavia esiste anche una certa resistenza da parte del governo. Infatti scrive il quotidiano che “poco prima dei Giochi invernali di Pechino, nel febbraio 2022, il presidente del Cio, Thomas Bach, aveva sostenuto pubblicamente l’iniziativa”.
Però dalla Francia è arrivato un blando sostegno all’iniziativa. L’Equipe riporta una vecchia frase di Chirac che tra il 1995 e il 1997 fu ministro dello Sport: «Ho ricevuto un rifiuto. Non è stato nemmeno il presidente a rispondermi, ma il suo consigliere sportivo, Cyril Mourin. Mi ha sorpreso… Non ho insistito». L’Equipe ha chiesto delucidazioni all’Eliseo. Dal palazzo presidenziale per assicurano che «per il momento non è stata data alcuna risposta ufficiale».
La damnatio memorie di de Coubertin
A spiegare il perché di tante resistenze ci pensa lo stesso quotidiano. Sembra che il vecchio de Coubertin fosse “lontano dagli “ideali della Repubblica” che dovrebbero essere incarnati da coloro che vengono panteonizzati“.
“In realtà, è un po’ più complicato. Il personaggio è molto più controverso. Cyril Mourin (consulente sportivo del Presidente Macron, ndr) lo spiega in un’e-mail inviata a Guy Drut (politico ed ex atleta francese, ndr): «La (panteonizzazione) non è (…) unanime. Il barone era un personaggio complesso le cui parole vanno ricontestualizzate alla luce delle caratteristiche sociali dell’epoca». Vengono poi citati testi antisemiti e razzisti di Coubertin. Poiché per lui «le razze hanno valore diverso e alla razza bianca, di essenza superiore, tutti gli altri devono fedeltà». Si sarebbe potuto menzionare anche il suo sostegno ai Giochi di Berlino organizzati da Adolf Hitler nel 1936 o la sua misoginia. Era particolarmente contrario alla partecipazione delle donne alle gare olimpiche di atletica leggera e parlava di “Olimpiadi femminili”“.
La famiglia contesta la visione razzista e misogina
Questa è la versione ufficiosa, ovviamente contestata dalla famiglia di de Coubertin. «Era un colonialista come lo erano tutti gli altri all’epoca. Per quanto riguarda i Giochi del 1936, fu invitato dai tedeschi che volevano addirittura pagargli un treno speciale per venire a Berlino. Ha rifiutato (e quindi non è andato ai Giochi)…», assicura il pronipote Jacques de Navacelle.
Gli fa eco la cugina Diane de Navacelle de Coubertin: «Ci si ferma davanti a frasi estrapolate dal contesto che diventano incomprensibili. Dalla seconda Olimpiade, a Parigi nel 1900, 22 donne parteciparono ai Giochi di Parigi (tennis, vela, croquet, equitazione e golf). Sotto la sua presidenza (del Cio, dal 1896 al 1925), la presenza delle donne si sestuplicò». “Ma potranno partecipare alle gare di atletica solo dopo la sua partenza, ai Giochi di Amsterdam del 1928“, sottolinea il quotidiano.