Si avverte che ha la fiducia del presidente. Kvaratskhelia, se la prenda pure il fantasista ma qui c’è da praticare una terapia d’urto.
Calzona elimina chi l’ha deluso di più, finalmente un allenatore senza complessi. Lo scrive Antonio Corbo sull’edizione napoletana di Repubblica.
Le parole di Calzona
Dopo la sfida del Napoli contro il Barcellona in Champions League, il tecnico azzurro Calzona intervistato a Sky Sport.
Prima mezz’ora di grande sofferenza «Risultato di parità è importante, ci tiene in corsa per la qualificazione. A livello caratteriale molto contento, nei momenti di sofferenza la squadra non voleva capitolare. Meret ci ha messo del suo, è il suo mestiere. Secondo tempo buono, spirito ritrovato, squadra ha mostrato voglia di lottare per 95 minuti».
Che cosa deve migliorare. «A livello tattico dobbiamo migliorare, nel coprire la palla, nel difendere in avanti con più cattiveria. Abbiamo subito campi campo che ci hanno messo in difficoltà. Dobbiamo imparare a stare più stretti, abbiamo subito tante palle filtranti. La squadra mi ha dato un segnale importante, sono soddisfatto».
Osimhen ha avutoil dubbio di lasciarlo in campo dopo il gol? «No. Volevo toglierlo anche prima. Il gol non mi ha fatto pensare di non cambiarlo. Giovanni Simeone è entrato bene, si è creato una mezza occasione, sono contento di tutti quelli che sono entrati, è stato un bel segnale».
La sostituzione di Kvara «In campo tengo i giocatori che fanno bene, non penso al nome. Politano ha fatto una partita strepitosa, lo ho tenuto finché ho potuto. Stava difendendo bene, chi fa bene sta in campo. Chi non fa tanto bene, lo sostituisco. Kvara è un top player, ci darà una grossa mano come l’anno scorso».
L’emozione. «Mi sono emozionato quando ho sentito la musica della Champions, è durato pochissimo. Quando vedi il Maradona, devo dire una cosa importate: uno stadio così, abbiamo sofferto per trenta minuti e non si è sentito un fischio, è una risorsa per noi».
Xavi «Mi ha fatto i complimenti, buona partita nel secondo tempo. A fine partita mi ha detto che non era facile dopo due giorni, io ho fatto i complimenti a lui, non alzano la palla dieci centimetri da terra».