Non ha più niente di Spalletti, prima Rudi Garcia e poi Mazzarri hanno svuotato una squadra stracolma di calcio, e ora si ritrova vuota, nuda, incapace di essere se stessa
Claudio Savelli su Libero analizza la partita di Champions tra il Napoli e il Barcellona che definisce “due squadre insicure, reduci da un passato oscuro e impaurite da un futuro ignoto”. Una gara a senso unico per buona parte, in cui la squadra del nuovo arrivato Calzona non si accorge che il Barca non è inarrivabile
Napoli-Barcellona, la prima
“Chissà se nella prima mezz’ora Francesco Calzona ha pensato «Ma chi me l’ha fatto fare?», vedendo il Napoli che guardava il Barcellona giocare. E per fortuna che la squadra di Xavi non è come quella in cui Xavi giocava: si ispira ad essa con un decennio di ritardo, praticando un calcio che ora è molto facile da leggere e contrastare. Basta stare fermi, cosa che al Napoli riesce benissimo, se è vero che è immobilizzato dalla paura di improvvisare male. Perché sì, ecco, il Napoli improvvisa e non può fare altrimenti. Non ha più niente di Spalletti al suo interno, prima Rudi Garcia e poi Mazzarri hanno svuotato una squadra stracolma di calcio, e ora si ritrova vuota, nuda, incapace di essere se stessa”.
Quando si accorge che basta poco per mettere in difficoltà la squadra di Xavi lo fa, ma non abbastanza e alla fine ne esce grazie a una giocata di Anguissa e al solito Osimhen “Basta un Napoli veramente ai minimi termini contro questo Barcellona”. L’unica differenza tra le due formazioni è che il Barcellona ha “Gundogan che gioca praticamente da solo mentre il Napoli ha un Osimhen che non riesce a fare a meno della squadra”