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La vedova di Rebellin: «Quel camionista ha schiacciato Davide come un piccione, e non andrà in carcere»

Alla Gazzetta: “Si è preoccupato solo di cancellare con la saliva le tracce dell’urto sul camion. E andrà ai domiciliari. Non dormo più”

La vedova di Rebellin: «Quel camionista ha schiacciato Davide come un piccione, e non andrà in carcere»

“È sceso dal camion. Ha guardato mio marito. È rimasto lì per 15 minuti senza chiedere aiuto, preoccupato soltanto di cancellare con la saliva le tracce dell’urto sul camion e poi se n’è andato, lasciandolo lì… Come se avesse schiacciato un piccione. E’ terribile lo sfogo di Françoise Antonini, la vedova di Davide Rebellin ucciso da un tir 15 mesi fa. Wolfgang Rieke, il camionista che ha ucciso il grande ciclista ha patteggiato una pena di 3 anni e 11 mesi che sconterà ai domiciliari. “Da quando l’ho saputo allora non dormo più”, dice alla Gazzetta dello Sport. “Ho un buco enorme nel cuore e nella mia vita”.

“È stato uno choc violento, non volevo crederci. Ho tremato a lungo per la mancanza di considerazione e rispetto nei confronti di mio marito… Davide non tornerà mai più a casa nostra. Non chiedo l’ergastolo, ma vorrei almeno raddoppiare la pena in modo che quest’uomo possa davvero affrontare la sua coscienza per rispetto di Davide”.

Il colpevole, continua, “ha continuato la sua vita tranquilla per nove lunghi mesi. Se è stato messo in carcere è stato soltanto perché le telecamere hanno ripreso tutto. Non esistono parole che possano tradurre ciò che penso, ciò che sento e ciò che provo”.

Poi parla di Rebellin: “Mi chiamava la sua colomba. Era straordinariamente delicato e gentile. Un essere buono, luminoso e infinitamente rispettoso. Era un uomo puro, con un solo difetto: quello di essere troppo gentile. Non era equipaggiato per i colpi che gli ha dato la vita, sapeva solo rispondere con il silenzio. Avevamo mille progetti meravigliosi che ci rendevano molto felici. Davide era sereno nella sua decisione di chiudere la carriera ed entusiasta delle nuove idee: i corsi di ciclismo, l’attività di rappresentante di prodotti naturali di altissima qualità, un lavoro di coaching per giovani o per professionisti. E soprattutto la nostra vita di coppia: i viaggi, le gite insieme finalmente senza bici, vedere gli amici, fargli conoscere il mio villaggio in Corsica. Eravamo più innamorati che mai. Ero incinta di tre mesi nel 2014 ma il cuore del bambino si è fermato. Avevamo deciso di riprovarci e questo ci ha dato molta gioia. Soprattutto a Davide”.

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