Diritti tv Lega Pro, una vendita non conclusa di libri antichi, l’acquisto di una casa di Gravina per la figlia della compagna. Nessun indagato
Gravina e i diritti tv, la Procura di Roma indaga su un complicatissimo giro di denaro. Lo scrive il quotidiano la Repubblica nella ricostruzione del dossieraggio e dell’inchiesta della Procura di Perugia.
Due storie in una. La prima: un dossier fabbricato contro il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, con fatti veri ma dalle modalità illecite, almeno secondo la procura di Perugia. La seconda: un appalto su diritti tv della Lega Pro (all’epoca guidata da Gravina) che conduce a una strana compravendita di libri antichi. E infine una Segnalazione di operazione sospetta (Sos) su Gravina fatta da un notaio di Milano, insospettito dalle modalità di acquisto di un appartamento. Due storie che si sono intrecciate nell’inchiesta di Perugia sullo spionaggio di politici e vip da parte del finanziere Pasquale Striano, fino a poco tempo fa in servizio alla Direzione nazionale antimafia, che avrebbe visto la complicità anche del pm Antonio Laudati.
L’uomo di Lotito e Striano
Il presunto dossieraggio ai danni di Gravina comincia nella primavera del 2022, quando Laudati chiama Striano e lo mette in contatto — dicono i pm di Perugia — con Emanuele Floridi, manager che si occupa di crisi aziendali vicino al presidente della Lazio Claudio Lotito. Floridi, accompagnato dal ds della Lazio Mariano Fabiani, si presenta dal finanziere il 9, 17 e il 24 maggio del 2022. E poi il 17 giugno. Al centro di quelle quattro conversazioni ci sono diritti tv del calcio e la collezioni di preziosi libri d’epoca di Gravina (alcuni risalgono all’Ottocento), che ha venduto ai tempi in cui era presidente della Lega Pro (2015-2018). «Il mio assistito — sostiene l’avvocato di Floridi, Marcello Elia — si è limitato a rispondere a delle domande che Striano gli ha posto. Non è andato spontaneamente».
L’inchiesta di Roma
L’indagine romana riguarda una transazione avvenuta nel 2018 quando la Lega Pro, allora presieduta da Gravina, chiude un contratto con la Isg, società specializzata in piattaforme digitali. L’oggetto sono i diritti televisivi. Da questo momento, secondo l’ipotesi investigativa, parte un complicatissimo giro di denaro che in qualche maniera tornerebbe a Gravina come contropartita dell’appalto: una cifra che va dai 250 mila al milione di euro, frutto di due preliminari per una vendita non conclusa per la collezione di libri. Parte del denaro può essere stato utilizzato da Gravina per acquistare un’abitazione a Milano per la figlia della compagna: è il rogito che insospettisce il notaio.
Agli atti dell’inchiesta ci sono le lettere del consulente della Lega calcio Marco Bogarelli (deceduto nel 2021, anche lui oggetto degli accessi abusivi di Striano), che si impegnava ad acquistare la collezione per un milione e duecento mila euro. E lo stesso fa, mesi dopo, un’altra persona. «Il presidente — spiegano fonti dalla Federcalcio — è notoriamente un appassionato collezionista. E quella era una compravendita tra privati, assolutamente regolare per la quale non ha trattenuto alcun euro». La Guardia di Finanza sta facendo comunque gli accertamenti, al termine dei quali la Procura di Roma dovrà decidere se iscrivere formalmente Gravina nel registro degli indagati, archiviare l’indagine e se mantenere la competenza.
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