Dopo lo stop, arrivato per la direzione di Lazio-Milan, gli umori sull’arbitro si dividono e partono le difese ad oltranza
Il Corriere del Mezzogiorno edizione Pugla, pubblica oggi un articolo in difesa dell’arbitro Marco Di Bello. L’arbitro pugliese che è finito sotto accusa ed è stato fermato in italia dopo la direzione di gara di Lazio-Milan
“L’arbitro Marco Di Bello, protagonista suo malgrado della partita Lazio-Milan di venerdì scorso, è passato in poche ore dalle accuse violente e scomposte dei tifosi all’amore incondizionato ed espresso pubblicamente dalla moglie e dalla sua città”
Secondo il Corriere dello Sport ha sbagliato tutto. “Un arbitro finito» commentavano (anche con dispiacere) nelle segrete stanze della CAN e dell’AIA. Troppo quello che ha combinato. Per tornare in campo bisognerà aspettare una mesata. Per rivedere la A, se tutto andrà bene, maggio appunto, col campionato che finisce il 26″. Per onore di cronaca, il resto della stampa italiana imputa a Di Bello la scarsa capacità di gestire la partita e gli animi in campo. Il resto delle decisioni sono corrette (il non-rigore Maignan-Castellanos e i rossi). Per il CorSport invece c’era il rigore e non c’erano i rossi su Pellegrini, Marusic e Guendouzi: “Rigore non dato su Castellanos, tre cartellini rossi sbagliati tutti e tre, gestione della partita, dei rapporti con i giocatori, totalmente errati. Gli errori che sono arrivati sono talmente grandi, talmente poco spiegabili, che hanno demoralizzato il designatore della serie A, Rocchi”.
La difesa di Di Bello
Il Corriere del Mezzogiorno scrive: “Lui, da sempre schivo e poco incline alla vita pubblica, ha risposto con il silenzio senza rinunciare alle abitudini consolidate, come andare a tifare per la squadra di basket brindisina che segue assiduamente”. Ed è proprio il presidente della New Basket Brindisi, Fernando Marino a parlare in sua difesa: «Nel mondo dello sport ci sono momenti difficili da affrontare; purtroppo nel calcio è più frequente perché le sconfitte sono sempre difficili da digerire. Bisogna comprendere che così come sbagliano i giocatori, possono sbagliare anche gli arbitri e, al di là del merito della questione specifica, questo odio non è tollerabile. Ne abbiamo parlato domenica sera e l’ho sentito piuttosto carico; so che supererà il momento e proverà di essere degno del suo livello».
E dalla parte di Di Bello c’è anche il sindaco di Brindisi. «Sono dalla parte di Marco e di sua moglie – ha detto Giuseppe Marchionna – lui è un professionista e, se anche avesse sbagliato in campo, questo non autorizza nessuno al linciaggio morale a cui è stato sottoposto. Una direzione arbitrale può anche essere sbagliata ma, ammesso che lo sia, non si può assistere a tutto questo declino morale»