Sul Corsera: è andato nella Mariupol sventrata (lui direbbe liberata) dai russi per disegnare una bambina bombardata dai missili della Nato
Jorit è un perfetto artista di regime a differenza di chi si offende quando è definito putiniano. Lo scrive in prima pagina sul Corriere della Sera Massimo Gramellini nella sua rubrica.
Non siamo qui per criticare Ciro Cerullo, in arte Jorit, l’artista di strada napoletano che ha chiesto e ottenuto una foto con Vladimir Putin. Siamo qui per lodarne anzitutto l’impresa, visto che nemmeno gli inviati del Papa erano riusciti ad avvicinarsi fisicamente al signore del Cremlino e lo stesso Macron si era dovuto accontentare di parlargli dall’altro capo di un tavolo infinito. Jorit invece ha potuto stringergli la mano, che ha poi sventolato come un trofeo e forse non si laverà per settimane, senza minimamente lasciarsi attraversare dal sospetto che si trattasse di una mano insanguinata. Se proprio gli dovessi trovare un difetto, direi che ha sbagliato a rivolgersi a Putin in inglese, rivelando una deprecabile sudditanza nei confronti del modello culturale anglosassone. Però si è riscattato quando ha detto di volere una foto con lui per dimostrare alla propaganda occidentale che Putin «è umano come tutti». Mi ha ricordato il Fantozzi in piena salivazione azzerata davanti al megadirettore galattico: «Com’è umano, Lei…».
Ma il vero motivo per cui Jorit merita tutta la mia stima è la coerenza. Stiamo parlando di uno che è andato nella Mariupol sventrata (lui direbbe liberata) dai russi per disegnare un murale che raffigura una bambina bombardata dai missili della Nato. Un perfetto artista di regime che non ha mai preteso di essere equidistante, a differenza dei tanti pacifisti a senso unico che, appena gli dici che stanno facendo il gioco di Putin, si offendono pure.
Jorit, il sindaco Manfredi e l’ignavia (Il Napolista)
Jorit, Manfredi e l’ignavia «Il suo murale di Maradona da salvare, interessa i napoletani e non Putin». Come ampiamente prevedibile a Napoli nessuno ha detto a sull’esibizione di Jorit in appoggio di Putin. Ha parlato persino di propaganda occidentale, ha chiesto un selfie a Putin. «In Italia si dicono tante cose strane su di lei. Voglio mostrare che sei un essere umano come tutti e contrastare la propaganda occidentale».
Come ampiamente previsto a Napoli – dove Jorit è incredibilmente considerato Van Gogh – regna un sovrano un assordante silenzio. Oggi infatti ha parlato il sindaco Manfredi che alla Ponzio Pilato non ha voluto commentare. Queste le sue parole riportate da Repubblica Napoli che definisce la sua frase una battuta. Per noi è vergognosa.
“Il murale di Maradona firmato Jorit a San Giovanni a Teduccio penso interessi i napoletani e non Putin”. Il sindaco Gaetano Manfredi glissa con una battuta sul caso scoppiato in queste ore dopo il selfie dello street artist napoletano con il presidente russo Vladimir Putin al Festival internazionale della gioventù a Sochi (“per mostrare in Italia che lei è umano come tutti e che la propaganda che hanno diffuso ovunque non è vera”, ha detto Jorit).
Il primo cittadino è stato in visita al cantiere per la rigenerazione urbana di Taverna del Ferro. E ha confermato la volontà del Comune di salvare i murales del “Pibe de Oro”. Insieme con quelli di Che Guevara e di un ragazzo autistico del quartiere. Tutti realizzati nel 2017 da Jorit. Destinati ad essere abbattuti con le due “stecche” di Taverna del Ferro per far posto alle nuove palazzine e alle aree verdi.
Resta ferma, però, la posizione di Manfredi riguardo alla guerra: “Rispetto a quello che è il giudizio che noi abbiamo su Putin e dunque sulla condanna forte dell’invasione dell’Ucraina – ha spiegato il primo cittadino – l’idea di trovare una soluzione tecnica per salvare il murale di Maradona penso interessi i napoletani e non Putin”.