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Il romanzo sul capo ultrà dell’Inter Ciccarelli: disse no a Putin, sì agli immobiliaristi: «Milano è cambiata»

Su Libero. I calciatori che vendono le partite. Negoziò un debito di un cantante con gli spacciatori nordafricani, le botte dai napoletani

Il romanzo sul capo ultrà dell’Inter Ciccarelli: disse no a Putin, sì agli immobiliaristi: «Milano è cambiata»
Db 25/09/2018 - campionato di calcio serie A / Inter-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Inter curva Nord ultras

Un romanzo sul capo ultrà dell’Inter: disse no a Putin, sì agli immobiliaristi: «Milano è cambiata». La recensione è su Libero:

Il Teppista è Nino Ciccarelli, 55 anni, protagonista del romanzo Senza cuore – La Milano del teppista, scritto dal giornalista Stefano Olivari per la casa editrice Altaforte (180 pagine, 20 euro).

Negli anni ’80 guidava la “Banda taxi”, ovvero un gruppo di ultras che si faceva portare con i tassì davanti ai tifosi ospiti in arrivo al Meazza: era l’unico modo di arrivare così vicino agli avversari. «Rapida discesa dal taxi, quattro sberle, una coltellata omaggio e poi via, di nuovo in auto». A Santo Stefano del 2018, invece, le telecamere di sorveglianza l’hanno ripreso mentre scappava con dei vetri conficcati ovunque dopo gli scontri con i tifosi del Napoli che costarono la vita all’ultras interista Dede (Daniele Belardinelli).

Il Teppista, uno dei leader storici della Curva Nord dell’Inter, ha guidato il tifo organizzato per decenni, ha fatto dentro e fuori dal carcere (all’ultimo conteggio sono 14 gli anni trascorsi in galera) e – a sorpresa – è diventato un caso editoriale. Il Teppista è Nino Ciccarelli, 55 anni, protagonista del romanzo Senza cuore – La Milano del teppista, scritto dal giornalista Stefano Olivari per la casa editrice Altaforte (180 pagine, 20 euro).

Il Cremlino voleva il capo ultrà Inter come influencer

Una vita sulle montagne russe con qualche colpo di scena. Perché il Teppista – con la fedina penale lunga un chilometro – viene assunto da uno dei più grandi immobiliaristi di Milano per gestire i suoi eventi e il consenso sui nuovi progetti? Perché addirittura i russi convocano il Teppista in un grand hotel di Sochi per chiedergli (senza fortuna) di diventare un influencer a pagamento del Cremlino? Gli ultras sono tra i pochi che riescono a muovere migliaia di persone in carne e ossa, fuori dalla bolla dei social. E il Teppista, a Milano, è una vera celebrità: la sua vita intreccia quella di calciatori, presidenti di club, perfino cantanti finiti in disgrazia con attico al Bosco Verticale per il quale il nostro andrà a negoziare un debito di droga con gli spacciatori nordafricani.

Dai calciatori tatuati che vendono le partite di serie A ai festini a base di cocaina nelle ville in Brianza. E poi personaggi da film: Armiere, Pilone, Vittorio Boiocchi (l’amico ultras ucciso sotto casa da due killer fuggiti in moto). Nessuna auto-assoluzione: sulla pelle il Teppista ha tatuato una foglia per ogni anno passato dietro le sbarre. La violenza gli è costata un lungo isolamento famigliare oltre ad affari bruciati da droga e coltelli. «Non sono un esempio» ripete il Teppista.

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