Il ministro dello sport: «Il comune e il Napoli hanno ambizioni reciproche. Se c’è una comunione di intenti si troverà una soluzione giusta»
Questa mattina, a margine dell’incontro al liceo partenopeo Elsa Morante di Scampia, inserito nel ciclo ‘Sky Up The Edit’, il ministro dello sport Abodi è intervenuto sulla questione stadio a Napoli e sul Maradona.
Abodi sul nuovo stadio a Napoli e sulla ristrutturazione del Maradona
Le parole del ministro Abodi:
«Il sindaco Manfredi ha le idee chiare, mi auguro che ci sia una perfetta sintonia per quanto riguarda lo stadio Maradona. Il soggetto migliore, anche nel rispetto del ruolo che ha, è il sindaco, penso che l’unica cosa che posso dire è che può contare anche sulla nostra collaborazione».
Sul futuro stadio a Napoli, il presidente De Laurentiis e il sindaco Manfredi hanno visioni differenti. Il ministro Abodi però si schiera al fianco del sindaco di Napoli.
«Nel progetto stadio tra il Comune e il club ci sono ambizioni reciproche, con la città che si sta evolvendo e sta cercando di migliorare in tutte le sue forme. Il club sa che per essere più competitivo deve avere uno stadio che abbia le caratteristiche non soltanto sul campo ma anche sugli spalti in termini di presenze, di attività, di iniziative. In ogni caso se c’è una comunione di intenti si troverà una soluzione giusta. E io sono convinto che ci sarà, perché sono talmente convergenti gli obiettivi appunto dell’amministrazione e del club che non si potrà non trovare un accordo».
«Razzismo? Al di là delle decisioni, lo sport serve per assumerci la responsabilità di rispettare l’altro»
Il ministro Abodi è intervenuto anche sul tema razzismo:
«Al di là delle decisioni che verranno prese oggi, lo sport serve per assumerci, ognuno nel proprio ruolo, la responsabilità di rispettare l’altro. Il razzismo non è un tema solo di tifosi, ma è un tema generale, di comunità, di rispetto e umanità. Va seguito non solo rimarcando il fatto negativo ma mostrando la strada positiva. Quando ero presidente della Lega calcio di Serie B mi resi conto che i calciatori non conoscevano bene le regole del calcio e facemmo un progetto di studio.
Allo stesso modo non si conoscono regole del rispetto; se sei nel calcio professionistico devi porti il problema che i calciatori rispettino tutte le regole: c’è la campagna Uefa “respect” che adottammo ma quello che conta è promuovere e spiegare il rispetto del benessere nello stare insieme. Bisogna che tutti promuovano il rispetto, che non è scontato. Servono atleti, tecnici dirigenti, che rispettino il rispetto delle regole civili, dal razzismo ai problemi di parità di genere. Sono campi che dimostrano che dobbiamo continuare a insistere sulla formazione e il rispetto perché le degenerazioni siano eliminate».