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Acerbi: «Se l’arbitro dovesse scrivere con carta e penna tutto quello che sente in campo…»

Intervista al Corsera: «È stata una parola malintesa. Non si può continuare a darmi del razzista anche dopo che sono stato assolto. Weah il mio idolo»

Acerbi: «Se l’arbitro dovesse scrivere con carta e penna tutto quello che sente in campo…»
Db Roma 12/11/2021 - qualificazioni Mondiali Qatar 2022 / Italia-Svizzera / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Francesco Acerbi

La versione di Acerbi è affidata al Corriere della Sera con un’intervista.

Comincia con una frase in pieno stile Prima Repubblica:

«Sono triste e dispiaciuto: è una vicenda in cui abbiamo perso tutti». 

Poi dice:

«Adesso che c’è una sentenza, vorrei dire la mia, senza avere assolutamente nulla contro Juan Jesus, anzi è il contrario perché sono molto dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto».

La sentenza non è stata una liberazione?

«Lo è stata, ma nella liberazione sono comunque triste per tutta la situazione che si è creata, per come era finita in campo, per come ci hanno marciato sopra tutti senza sapere niente. Anche dopo l’assoluzione ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno».

Il razzismo però è una piaga e il calcio viene accusato di non fare abbastanza per combatterlo.

«Ma questa non è lotta contro il razzismo, non c’è stato nessun razzismo in campo e io non sono una persona razzista: il mio idolo era George Weah e quando mi fu trovato il tumore ricevetti una telefonata a sorpresa da lui che ancora oggi mi emoziona».

ll campo non deve essere una zona franca.

«Non dovrebbe esserlo, ma si sente un po’ di tutto, anche se ci sono quaranta telecamere. Se l’arbitro dovesse scrivere con carta e penna tutto quello che sente, dovrebbe correre con lo zaino. Però finisce sempre lì, altrimenti diventa tutto condannabile, anche gli insulti ai serbi, agli italiani, alle madri».

«Tutti avevano già emesso la sentenza prima ancora che uscisse. E per tanti sono razzista anche adesso: sinceramente non ci sto, le gogne mediatiche non vanno bene e soprattutto non servono per risolvere un problema come quello del razzismo che sicuramente esiste. E che non intendo sminuire nemmeno un po’: voglio che sia chiaro».

Teotino: «inquietanti le parole di Gravina su Acerbi»

Forse il caso Acerbi si è chiuso. Non di certo le polemiche. Anche perché ad alimentarle ci pensa Gravina, presidente della Figc. Le sue parole sono state definite inquietanti da Gianfranco Teotino, giornalista e opinionista di Sky. In collegamento con gli studi di Sky, il giornalista ha commentato le ultime dichiarazioni sul caso.

A Sky Sport, il giornalista Gianfranco Teotino:

«La Corte ha voluto chiudere tutto in fretta, a volte ci mette molto più tempo invece. Mi sembra che tutto sia stato fatto troppo frettolosamente. Le parole di Gravina sono abbastanza inquietanti, lui dice di credere ad Acerbi, nemmeno gli organi hanno avuto certezze in questo senso. Gravina è andato oltre, io mi aspettavo dicesse che avrebbe abbracciato anche Juan Jesus, invece si è limitato a dire di Acerbi, evidentemente sa cose che noi non sappiamo. Le parole di Abodi invece sono tutte molto adeguate, le condivido, mi auguro Acerbi sia in pace con la sua coscienza. Gli interrogativi restano tutti aperti per me, si poteva fare un supplemento di indagine per arrivare più vicini alla verità».

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