Il portoghese chiamato a testimoniare sulla vicenda che vede suo fratello accusato di truffa aggravata per la produzione di magliette bloccata dalla Juventus
Ronaldo chiamato a testimoniare in tribunale per le truffe sulle magliette che hanno coinvolto suo fratello Hugo Dinarte Santos.
Lo racconta “La Stampa“, che ripercorre il mistero delle magliette di Cr7 partendo dal lontano 2019.
Per raccontare questa storia bisogna partire dal 2019. Cr7 era la punta di diamante bianconera. Suo fratello, Hugo Dinarte Santos Aveiro, 45 anni, firmava contratti e gestiva il museo più famoso dell’isola di Funchal, il «MuseuCr7». E ancora. Come legale rappresentante della società Mussara Lda, gestiva lo sfavillante flusso milionario che il merchandising con il nome del fuoriclasse generava come una miniera.
Una piccola azienda torinese, la Pegaso, produttrice e distributrice di gadget sportivi e indumenti con un’ampia rete di vendita, cinque anni fa stipula un contratto. «Ci autorizzava a produrre delle maglie con il marchio Cr7Museu, la firma del calciatore, il numero, il nome, lo scudetto», aveva spiegato l’imprenditore Rocco Valenti, che nel processo si è costituito parte civile con l’avvocato Roberto Capra. Un investimento da circa 500mila euro, più 150mila pagati a una società intermediaria spagnola che avrebbe dovuto monitorare la qualità dei prodotti.
Dopo aver incassato i soldi, la produzione delle magliette è stata bloccata su intervento di Ronaldo.
I soldi sono stati incassati, ma la produzione delle magliette è stata bloccata. Durante l’avvio della fase produttiva, infatti, la Mussara avrebbe chiesto l’interruzione della realizzazione delle t-shirt. A seguito, parrebbe, dell’intervento di Ronaldo, perché identiche nella disposizione di colori, bianco e nero, al modello registrato da Adidas.
Ronaldo chiamato in tribunale per far luce sulla vicenda
Da qui sono partite le varie testimonianze in tribunale. Il giornale racconta che le maglie, comprate a poco più di quattro euro, sarebbero state rivendute a prezzi esorbitanti. Ci sono stati problemi anche per la seconda produzione delle magliette, diventata oggetto di causa civile della Juventus stessa. Ora Ronaldo è chiamato in tribunale a dare la sua testimonianza.
Secondo la procura, sarebbero state acquistate a poco più di quattro euro e sarebbero state vendute al «MuseuCr7» a prezzi esorbitanti. Da qui l’accusa di truffa aggravata per Hugo Dinarte Santos Aveiro, difeso dall’avvocato Gregorio Cavalla del foro di Padova. Anche la seconda produzione ha incontrato diversi intoppi. Finita al centro di una causa civile promossa dalla Juventus, che sosteneva che la Pegaso non avesse le adeguate licenze per vendere le magliette, ora è approdata in appello. Cr7 ora è chiamato a presentarsi in aula. Così da far luce sui vari passaggi: dagli accordi per la creazione delle t-shirt sino allo stop.