Le ripetute esternazioni fuori luogo di Lotito (persino sull’aggressione a Immobile) sono state dimenticate. Quello di Luis Alberto è un urlo liberatorio
L’ipocrisia tocca vette altissime all’indomani dello sfogo di Luis Alberto. Quello di Luis Alberto è in realtà un urlo liberatorio. Dopo il 4-1 alla Salernitana, il centrocampista della Lazio ha rilasciato la seguente dichiarazione ai microfoni di Dazn:
«Per me sono state settimane difficili, con tutto quello che è successo. Progetto? Non so, ma so che questa è l’ultima mia stagione qui, io non ne farò più parte. Non voglio prendere più un euro dalla Lazio, ho già chiesto la rescissione del contratto. I prossimi quattro anni li lascio ad altri. Giusto così, farmi da parte da questo club mi ha dato tanto. È arrivato il momento di farmi da parte e lasciare i miei stipendi ad altri».
Apriti cielo. Pronta la sanzione della Lazio, tacciato di essere stato inopportuno in alcune redazioni televisive e critiche da ogni dove. La memoria però dovrebbe aiutare a ricordare le settimane difficili richiamate dal centrocampista della Lazio.
La stagione dei biancocelesti è a un passo dall’essere definita “fallimento”. I motivi sono diversi: mercato, giocatori, allenatori. Ma c’è anche Lotito. Il presidente è forse il primo problema della Lazio. Con le sue esternazioni ha danneggiato un ambiente già fragile. Le sue gravi esternazioni dall’inizio hanno spaccato una squadra che l’anno scorso è arrivata seconda e adesso è settima.
Le dichiarazioni di Luis Alberto però arrivano con una settimana di ritardo. Forse addirittura Immobile poteva prendere posizione prima viste le dichiarazioni del presidente post aggressione all’attaccante.
I danni incalcolabili di Lotito
Esiste un lungo elenco di esternazioni fuori luogo del presidente, peggio di Luis Alberto. A fine febbraio il Messaggero sottolinea il momento delicato della Lazio, già a rischio il suo ingresso nelle coppe europee. Lotito mostra da tempo insofferenza verso le rimostranze di Sarri:
«Il mio matrimonio con la Lazio è indissolubile – la chiosa a Tag24 – mentre quello con Sarri non lo so. Non l’ho sentito. Lui e i giocatori si assumano le loro responsabilità senza trovare sempre alibi. Non c’entra nulla il mercato con il ko contro la Fiorentina e gli altri nove di questo campionato».
Da lì iniziano gli attacchi alla squadra. Ai senatori dello spogliatoio, gli stessi che l’anno scorso hanno portato la Lazio in Champions. Ma per Lotito, i giocatori hanno tradito il loro allenatore tanto da portarlo all’esonero. Il presidente al Tg1, il telegiornale della Rai, dice:
«Sarri è stato tradito. Il suo addio di Sarri non era nell’aria, è stato un fulmine in ciel sereno. […] È stato tradito dai comportamenti di alcune persone. C’è qualcosa di strisciante interno al gruppo. Una squadra che batte al Bayern Monaco e che perde contro l’Udinese, e non solo con l’Udinese… fatevi una domanda, e datevi una risposta. La squadra ha bisogno di un allenatore che utilizzi bastone e carota. La squadra è arbitro di sé stessa, non ha più alibi per scaricare su altri le responsabilità».
Poi la più grave. Dopo l’intervista al Tg1, di fatto Lotito punta il dito contro i giocatori e “autorizza” i tifosi a prendersela con loro. Al punto che Immobile viene aggredito verbalmente più di una volta e anche fisicamente. Il presidente non prende le difese del suo calciatore. Rilancia:
«A me succede tutti i giorni. Io vivo sotto scorta da venti anni. Ho cinquecentomila minacce di morte a me e alla mia famiglia tutti i giorni. Tutti i giorni. Sono il presidente di una società con ottomila dipendenti. Eppure, non è che faccio tutto sto clamore, giusto? Punto, e basta: non dico altro».
E infine, giusto qualche giorno fa l’accusa che ha fatto crollare il povero Luis Alberto:
«Alcuni giocatori l’anno scorso hanno fatto delle prestazioni, quest’anno altre. Perché? Me lo dovrebbero spiegare loro. Qualche ex giocatore che ha visto il nuovo centro sportivo mi ha detto: ‘Presidente, li avete viziati troppo’. Prendo atto di quello che mi dicono alcuni veterani della Lazio, e forse comincio a pensare che è questo il problema».
Luis Alberto non è obbligato al silenzio fino a fine stagione
Lotito in questa stagione ha fatto peggio di De Laurentiis. Al di là del mercato, gli attacchi contro i giocatori da lui stipendiati non hanno giustificazione. I guadagni che percepisce Luis Alberto non lo obbligano al silenzio. Anzi, per certi aspetti le dichiarazioni del centrocampista arrivano in ritardo. Farle adesso o a fine stagione cambia poco. Almeno Lotito adesso avrà un altro capro espiatorio a cui dare la colpa della stagione. Il danno che Lotito ha creato alla sua rosa è ben più grande di qualsiasi ipotetico danno creato da Luis Alberto dopo quattro gol e otto assist in stagione.