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PAGELLE – Il presente è Calzona che fa il profeta, aveva capito tutto. Il futuro inquieta: c’è Italiano

Di Lorenzo da mesi è titolare senza meritare di esserlo. Meret angelo e demone. Si salva Politano: le nostre speranze sono affidate a lui

PAGELLE – Il presente è Calzona che fa il profeta, aveva capito tutto. Il futuro inquieta: c’è Italiano
As Napoli 14/04/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Frosinone / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Francesco Calzona

Le pagelle di Napoli-Frosinone 2-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Angelo e demone, il povero Meret. La fase angelica va dal rigore di Soulé bloccato con perizia al 30’ fino al due a tre ciociaro impedito col piede all’83’. In mezzo però c’è l’inferno della costruzione dal basso, soprattutto con quella pelota donata a Cheddira, che non è Chinaglia, per citare Rino Gaetano, ma è un discreto centravanti che gioca nel Frosinone. E qui, Ilaria, mi viene un cattivo pensiero sul futuro di questo Napoli distrutto subito dopo lo scudetto dal Duce Aurelio. Premesso che pure io, come Guido Trombetti e credo anche Max Gallo, sono convinto che Antonio Conte non sarà mai il prossimo allenatore (Adl non ha il fisico, né la testa per reggerlo e subirlo), la prospettiva realista di avere Vincenzo Italiano in panca mette davvero i brividi. I gol presi dal suo Spezia ma anche quello beccato dai viola all’ultimo minuto nella finale di Conference League, con la difesa sulla linea di centrocampo al 90’ (roba da rogo del Sant’Uffizio), rischiano di rendere la dittatura del quattro tre tre un supplizio atroce, persino peggiore di quello di questa stagione. Tornando a Meret: facendo la media tra l’angelo e il demone, viene fuori una mediocrità da Purgatorio – 5

Un rigore parato ed almeno un altro paio di “miracoli”, compreso un piede salvifico su Seck. Certo, in mezzo c’è l’orrore della costruzione dal basso, ma quello è il male del secolo: un altro discorso – 5,5

DI LORENZO. Al solito, il Capitano Smarrito si fa notare solamente nell’atto di offendere: un colpo di testa al 46’ e poi quell’incursione al 92’ dove anziché tirare ha tentato invano un assist per il Cholito. Il resto è da consegnare all’oblio: la sua involuzione è ormai un caso psico-calcistico, un esempio conclamato di depressione post-scudetto. E poi che senso ha guidare per l’ennesima volta i giocatori sotto la curva per chiedere scusa? Questo rito stucchevole del nuovo calcio moderno non l’ho mai compreso, Ilaria, e mi irrita sempre di più – 4,5

A nessun giocatore nella storia, credo, è stato mai concesso quanto viene concesso da mesi a Di Lorenzo: scendere in campo ogni partita da titolare senza mai meritare di esserlo, né psicologicamente né fisicamente – 3

RRAHMANI. Calzona detto il Terzo e anche il Profeta, visto che nell’intervallo aveva già “previsto tutto”, concede alla difesa la giusta attenuante dei vortici che si aprono prima, nella terra di mezzo. Però Amir ci mette sempre del suo, dal rigore su Cheddira al gol di Cheddira medesimo – 4

Cheddira lo ridicolizza più di quanto non si renda ridicolo da solo: impazzisce concedendo rigore e sbaglia totalmente su Seck diventando responsabile in negativo del secondo gol del Frosinone – 3

OSTIGARD. A me sembra meno peggio di Rrahmani e soprattutto dell’assente Giovannino Gesù. Peccato per quella palla girata male sotto la porta frusinate – 5,5

Anche lui non brilla per sicurezza ma è sicuramente il migliore della difesa – 5,5

MARIO RUI. Non azzecca nulla o quasi, lo scapestrato Marittiello. E alla fine viene pure espulso – 4

Dal suo lato Soulè fa quello che vuole. L’arbitro fa quello che avrebbe dovuto fare Calzona prima di lui: sbatterlo fuori. Ah già, non avevamo Olivera. Vabbé, probabilmente non lo avremo nemmeno alla prossima – 3

ANGUISSA. La chioma rasta al vento fa pensare a un Predator terrestre. Ma è solo apparenza. Zambo-Zombie al solito si sdoppia tra errori figli di una mosceria oscena e improvvisi ritorni in vita, in particolare nei tackle – 5

L’ombra del giocatore che fu – 4,5

SIMEONE dall’85’. Solo palle perse o mancate – 5

Inutile e irritante, con quel sorrisetto che non ha motivo di esistere, visto lo sfacelo che c’è in campo e nello spogliatoio – senza voto

LOBOTKA. A detta del Profeta Calzona oggi è mancato il fatidico gestionismo, che sia la gestione della pelota o del potere. E qualche colpa ce l’ha pure il Caro Lobo – 5

Poco lucido e poco reattivo – 4,5

ZIELINSKI. Il Senatore partente è mobile, se non mobilissimo, ed è certamente il meno peggio fra i tre di centro. E poteva segnare almeno due volte – 6

Un primo tempo da vorrei ma non posso e un secondo tempo da non posso e basta – 5

CAJUSTE dal 77’. Superfluo, inutile, soverchio – 4

Non merita manco un giudizio – senza voto

POLITANO. Ancora in gol, stavolta col solito giochino da destra verso il centro e poi mancino a giro sul secondo palo. Per voglia, tenacia e qualità, il migliore certamente – 7

Il migliore in campo, con un altro gol che è una perla. E scriverlo mi costa tantissimo: mai avrei pensato di poter affidare ogni speranza a Politano – 7

RASPADORI dal 77’. Si affanna invano e anche lui perde palle su palle – 5

Inutile come Cajuste – senza voto

OSIMHEN. Victor lo Sprecone. Nei primi venti minuti il Napoli potrebbe bastonare lo scarso Frosinone con un definitivo tre a zero. Oltre al gol di Na-Politano, The Mask ha infatti due manifeste e clamorose occasioni per segnare ma le scialacqua in malo modo. Certo, poi fa il due a uno ma è parva res visto il disastroso pareggio – 4,5

Centotrenta milioni diventati carta straccia. Perché sì, la difesa, sì, Meret, ma un attaccante da 130 milioni non può divorarsi tre-quattro gol a partita in quel modo, Fabrizio. Il Napoli perde o pareggia perché colleziona errori ed erroracci, perché i giocatori non hanno voglia, ma anche e soprattutto perché chi deve fare gol non segna. E’ ingiustificabile – 3

KVARATSKHELIA. Il Che Kvara è divorato dall’ossessione del tiro e quindi del gol. Alcuni gli riescono, altri no. In ogni caso le ossessioni non sono mai un buon segno, semmai un disturbo da curare, calcisticamente parlando. Anche perché il talento resta puro e fulgido, come dimostra quella meravigliosa pelota servita a Victor al 13’ – 6

Abbastanza anonimo nel primo tempo, passa il secondo ad ostinarsi, come scrivi tu. Decisamente meno di quello che ci si aspetta da lui e a cui ci ha abituati – 5

CALZONA. Avrà pure capito tutto, nell’intervallo, ma i cambi non sono stati granché. Per certi versi più che un Napoli in corsa per l’Europa, è sembrata una squadra in disarmo sotto il sole estivo di mezzogiorno. Eppoi, un pareggio con la terzultima in classifica, fa diventare una chimera persino la Conference League – 5

Dire che aveva capito tutto nell’intervallo (e non fare niente per correre ai ripari) è come dare la colpa al caldo. Idem il “l’avevo detto io che se continuavamo a giocare così non si vinceva”, capirai che genialata. Inutile sparare su di lui, comunque: ormai è evidente che il problema del Napoli non era e non è l’allenatore. Giocatori svogliati, un presidente fagocitato dal suo stesso ego, una tifoseria organizzata da depressione tra rime e silenzi. Non vedo l’ora che finisca questo strazio di campionato – 3

ARBITRO FABBRI. I nostri guai non sono dipesi da lui – 6

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