Meret è in qualche modo il simbolo di questo Napoli intermittente e sciatto. Croce e delizia. Cazzate e miracoli.
Meret farà bene ad andare via, è l’argomento preferito di una tifoseria da sentenza sommaria
FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 32° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24
Sei. E poi finisce il tormento.
C’è di positivo che fino ad agosto non si giocherà contro il Frosinone.
L’esordio allo Stirpe fu una sorta di maleficio per una annata sciagurata.
E sempre contro i ciociari si patì l’umiliante eliminazione dalla Coppa Italia.
Ancora sei. E poi finisce il tormento.
Fa caldo al Maradona.
Ritmi languidi.
Un buon quarto d’ora premiato dal super Polinapoli.
E sciupato da Osi che non raddoppia.
Poi i cooling break.
Hanno l’effetto di uno spritz o di un mojito seduti a un bar. Si beve e ci si rilassa cazzeggiando un po’.
Il primo porta al rigore parato dall’Albatros.
Il secondo, all’apoteosi beffarda di Walid Cheddira marocchino di Loreto.
Beffarda perché il ragazzo è di proprietà azzurra.
Un altro azzurro che, vestendo colori diversi, si esalta.
L’Albatros.
È in qualche modo il simbolo di questo Napoli intermittente e sciatto.
Croce e delizia. Cazzate e miracoli.
L’Albatros.
Argomento preferito di una tifoseria da sentenza sommaria.
È uno di quelli che sicuramente andrà via.
E farà bene, per il suo bene.
Tremo solo all’idea di chi verrà a sostituirlo.
Trema il Friuli.
A cinque minuti dalla fine Evan Ndika difensore Sangue-Oro si accascia sul prato.
Partita sospesa. Corsa in ospedale.
Oggi si può dire che il peggio è passato.
Il ragazzo è stato dimesso e torna a casa.
Trema lo stadio lo di Campi Bisenzio.
Si gioca Lanciotto Campi-Castelfiorentino United.
Al minuto 14 Mattia Giani ventiseienne di Castelfiorentino tira verso la porta avversaria.
Poi si porta la mano al petto e sviene.
Corsa all’ospedale di Careggi.
Oggi la notizia terribile.
Mattia non ce l’ha fatta.
Tragica coincidenza.
Proprio ieri si commemorava la morte di Piermario Morosini, giocatore del Livorno morto all’età di 24 anni allo Stadio Adriatico a causa di un arresto cardiaco.
Già, i morti sul lavoro.
Perché ieri era soprattutto la giornata della commemorazione per il disastro di Suviana.
Le morti bianche.
Smettiamola di chiamarle così.
Non c’è nulla di bianco nelle morti sul lavoro.
Una strage silenziosa.
Alla quale la logica capitalistica non dà ovviamente risposta.
E contro la quale le vittime, che sono i lavoratori, non oppongono resistenze efficaci.
Proteste. Cortei. Uno scioperino.
Poi tutto tornerà come prima.