Più sicurezza e protezione dei dati per gli streamer che trasmettono contenuti illegali e guadagnano con le pubblicità poco trasparenti.
“Imftx Play 231. Questo codice non è una password wifi ma il nome del canale Telegram su cui Hugo, studente di Lille, ha guardato la partita di ritorno dei quarti di finale di Champions League, Barça-Psg (1-4), il 16 aprile“. L’Equipe apre così un articolo sul nuovo pericolo pirateria streaming per il calcio francese (e anche per quello europeo in generale).
La pirateria si è spostata su Telegram
Si chiama Telegram, l’app di messaggistica alla WhatsApp ma con qualche caratteristica in più. Telegram comprende anche i cosiddetti “canali”, delle chat broadcast uno a molti che forniscono diversi servizi e prodotti. Continua l’Equipe:
“«Ho guardato la partita in qualità HD, senza bug e tutto gratuitamente», si vanta. Più di 250.000 persone lo hanno imitato quella sera, senza pagare l’abbonamento a Canal+ o RMC Sport, le emittenti tv della Champions“. In Francia Telegram è conosciuta come “l’app dei jihadisti”, in Italia qualcuno la ricorderà perché coinvolta più volte in indagini per revenge porn e reati simili.
Ad oggi “è diventata il nuovo strumento per gli streamer sportivi illegali. Sedotti dalla sicurezza e dalla protezione dei dati offerti dall’applicazione, gli streamer trasmettono numerosi eventi gratuitamente“.
Ormai, scrive il quotidiano francese, “guardare una partita senza pagare è diventato un gioco da ragazzi grazie alla messaggistica crittografata“. Prima si doveva “zigzagare tra le molteplici finestre aperte automaticamente” prima di guardare la partita che spesso si bloccava.
Diversi paesi stanno provando a limitare la pirateria sportiva. In Italia è stato creato il Piracy Shield, in Francia hanno approvato una legge nel 2022 che prevede la chiusura dei siti pirata. Tuttavia questa legge “ha contribuito alla crescita di questi canali Telegram“.
Come avviene la diffusione di questi contenuti?
“Per garantire la trasmissione, ogni sera viene messa in piedi un’intera organizzazione. «Creo canali e li condivido su Twitter (ora X). Un altro crea collegamenti da diversi server. E un altro controlla che lo streaming funzioni durante la trasmissione», spiega Julien, che trasmette sport in streaming su Telegram da due mesi su un canale che conta già più di 200.000 abbonati“.
Impossibile gestire tutto con un solo un computer, una buona connessione Internet e una Vpn (rete privata virtuale che consente di non essere geolocalizzati).
“«Tecnicamente è molto semplice avviare uno streaming. La cosa più complicata è l’organizzazione e saperla mantenere e sviluppare». Dietro questi canali dai nomi stravaganti esiste un business illegale molto remunerativo“. I soldi arrivano dalle pubblicità di ogni genere: scommesse sportive, falsificazioni di documenti o abbonamenti pornografici.
«L’illegalità delle pubblicità non è un nostro problema. Non indaghiamo su ogni ragazzo che ci chiede di fare pubblicità», ammette sempre Jules che è un liceale all’ultimo anno. Con questo stratagemma ha già guadagno 5.000 euro.
L’unico modo per difendersi da questo tipo di pirateria è affidarsi ad agenzie specializzate in sicurezza informatica. In teoria chi diffonde contenuti illegali in Francia rischia tre anni di galera e fino a 300 mila euro di multa. Arcom (la Agcom francese) trasmette continuamenti atti e fascicoli alla Procura. Tuttavia, «non rischiamo nulla», assicura lo streamer Julien. «Non ho mai ricevuto una multa o un messaggio da Arcom».