Il ricordo per il 30esimo anniversario della sua morte. Prost: «Senza di me aveva perso l’orientamento. Probabilmente ero la sua fonte di motivazione»
«Così è con le leggende». Inizia così il ricordo dell’Equipe per Ayrton Senna. Oggi sono 30 anni da quel tragico incidente a Imola. Le leggende “sono iscritte per l’eternità nelle anime degli uomini. I nostri percorsi di vita sono così lastricati di celebrazioni, omaggi, emozioni rivissute. Ogni decennio ha le sue lacrime, i suoi ricordi. Ancora oggi basta entrare in un negozio di souvenir o fare un giro su internet per imbattersi in un oggetto, una foto, che ti riporta al pilota brasiliano“.
La figura di Ayrton Senna è come quella “del “Che” Guevara, di Mohamed Ali, dei Beatles, di Pelé e persino di Nelson Mandela. Icone immortali”. Pensi ad “Alain Prost e immagini Senna al suo fianco, la pioggia a Monaco e lo vedrai che esce dalla Rascasse“.
Ayrton è diventato una divinità: ha conquistato pure i tifosi più laici
Trent’anni fa “uno di quei momenti “storici” – ben oltre l’ambito sportivo – in cui tutti ricordano lo choc provato all’annuncio dell’improvvisa scomparsa del brasiliano“. Anche chi è ateo rispetto alla fede della pista, quel giorno “si sono uniti improvvisamente ai tifosi dilaniati dalla notizia“.
“Perché oltre ad essere Dio, Ayrton era bellissimo. Bello come la vita. Passione. Follia. Ma gli dei non muoiono mai. Sono assenti. È così che il dolore si è calmato molto rapidamente, confortato dalla fede nella vita eterna. Così la stella Senna aleggia sul popolo della Formula 1. Come possono anche i più giovani, nati dopo la sua morte, non restare indifferenti al ricordo del pilota brasiliano?”
Per il quotidiano francese, l’unico che ha “saputo cogliere meglio le vibrazioni del mito Ayrton” è Hamilton. «So che i brasiliani soffrono la sua assenza. Voglio ricordarlo ogni anno in Brasile per rendere felice la sua gente».
Prost: «Quando ho smesso, Senna ha perso l’orientamento. Ero la sua fonte di motivazione»
«Probabilmente ero la sua fonte di motivazione». Alain Prost ricorda così gli ultimi mesi, le ultime chiacchierate, la “pace” della maturità, con Ayrton Senna. Risponde a 12 domande dei lettori de L’Equipe, parlando di un po’ di tutto. Ma quando arriva la domanda su Senna ecco l’emozione.
Prost, “che è un diavolo di comunicatore” scrive L’Equipe, risponde così: “Abbiamo comunicato così tanto con Ayrton il giorno dopo il mio ritiro. Sentivo che non stava bene. Mi chiamava spesso. Anche due volte a settimana. Non mi ha mai telefonato mentre correvo ancora. Senza di me aveva perso l’orientamento. Probabilmente ero la sua fonte di motivazione”.