Se Di Lorenzo fosse un quadro, si intitolerebbe “Lo strazio”. Cajuste non può giocare in Serie A. È avvilente vedere Anguissa ridotto così
Le pagelle di Napoli-Bologna 0-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia
MERET. I dolori del giovane Meret, come i nostri Ilaria cara, sono ormai senza fondo. Si precipita all’infinito, peggio di Lucifero. Stavolta l’avversario di turno, il magnifico Bologna di Thiago Motta (uomo, non solo allenatore, di rara intelligenza che un anno fa aveva già realizzato la deriva senile ed egocentrica del Duce Aurelio), gliene fa due in meno di un quarto d’ora. E tutto finisce lì, malgrado il sole in cielo – senza voto
Sinceramente, Fabrizio, mi sento anche un po’ stupida a fare le pagelle di questo strazio. L’unico che merita un voto è proprio Meret: incolpevole sui due gol incassati grazie al fuoco amico dei compagni, almeno evita col piede la terza rete di Zirkzee – 6
DI LORENZO. Si fa sovrastare da un Ndoye qualunque e il Bologna segna lo zero a uno. Il resto non conta – 4
Se fosse un quadro si intitolerebbe “Lo strazio” – 3
RRAHMANI. Nella seconda decade del Ventennio fascista, il Bologna era lo squadrone che tremare il mondo fa. Quello di oggi basta e avanza per far tremare l’improbabile Amir, incapace ancora una volta di dare ordine e sicurezza alla difesa. Senza dimenticare che il primo gol del Bologna ricorda per dinamica il pareggio in extremis dell’Udinese – 4
Molle e traballante per tutta la durata dello scempio. Sbaglia cose facili facili e Zirkzee ne fa ciò che vuole – 3
JUAN JESUS. L’Olandese Volante in rossoblù fa ammattire quasi tutti gli azzurri. In particolare Giovannino Gesù. Non c’era nemmeno da scommetterci, Ilaria – 4
Un disastro anche lui – 4
OLIVERA. Colpevole con l’Udinese, colpevole oggi. E dire che pensa soprattutto a difendere (in teoria, ovviamente) – 4
Il primo gol del Bologna viene da un suo errore – 3
MAZZOCCHI dall’81’. Un po’ di mazzarrismo nel disastro di oggi – senza voto
Mazzocchi, come tutti i compagni lasciati a marcire in panchina mentre i titolari vanno in campo a far impallidire la vergogna mi fa una grande tenerezza – senza voto
ANGUISSA. Assiste da spettatore non pagante, ma pagato, allo zero a due degli emiliani. Corre a casaccio e gioca a tentoni. Uno spettacolo avvilente vederlo ridotto così – 4
Lento, svogliato, sul secondo gol del Bologna dorme alla grande. In realtà dorme per tutta la partita. L’unica cosa mobile, in Anguissa, sono i capelli quando salta. Ed è avvilente – 3
TRAORE’ dall’81’. Senza voto
Senza voto
LOBOTKA. Le lacrime al fischio finale rendono onore all’unico azzurro che si è sempre impegnato allo spasimo. Ormai è come Diogene con la lanterna che cerca l’uomo, ma il calcio non è speculazione individuale bensì gioco di squadra e quando sei disperatamente solo non ti resta che piangere. Appunto – 6
Se fosse un quadro lui sarebbe “La solitudine”. L’unico a sforzarsi un po’ – 6
CAJUSTE. Quando la palla arriva a lui, i rossoblù fanno festa, felici per i doni e gli errori – 4
Cajuste non può giocare in Serie A e non capisco davvero come abbiamo fatto a portarlo a Napoli – 4
RASPADORI dal 72’. L’ennesimo ingresso tardivo e superfluo per Giacomino – 4
Vabbé, lasciamo perdere – 4
POLITANO. In catastrofi del genere, i rigori fischiati a favore sono questione di dignità, prima ancora che di speranza. E lui lo sbaglia con rara sciatteria. Che pena! – 3,5
Sciatto ed egoista – 3
NGONGE dal 61’. Sprigiona inusitata vitalità e fa anche l’unico assist azzurro per Maschera Cupa, non Nera – 6
Entra e porta un minimo di luce. Nel disastro che dura da settimane avrebbe meritato più spazio – 6
OSIMHEN. Anche quando il Male impera, resta l’unico che fa qualcosa di decisivo. Oggi lucra un rigorino – 6
Conquista il rigore ma lo lascia a Politano. Ma che roba è? Quando crescerà? – 5
KVARATSKHELIA. Nebbioso, nonostante il sole abbagliante – 4
Non salta mai l’uomo, nervoso. Il fantasma del miglior giocatore della scorsa stagione – 4
SIMEONE dall’81’. Senza voto
Si alza Simeone dalla panchina e tu sai che la partita è finita senza nemmeno guardare l’orologio. Inspiegabile che si presti ancora a sostituire uno dei fantasmi in campo. Io mi rifiuterei – senza voto
CALZONA. Perdere e perderemo. In questa sciagurata deriva alla Longobarda (altro che “Sarò con te”), col Duce Aurelio a fare il commendator Borlotti, a Calzona detto il Terzo tocca l’ingrata parte di Oronzo Canà – 4
Si affida sempre ai soliti, che in campo combinano disastri, e non effettua un cambio se non quando è troppo tardi. Merita di affondare con tutta la nave. Se non altro ha un merito: è riuscito a rivalutare persino Garcia. Il Napoli è al capolinea: peggio di così è impossibile, la vergogna è massima – 3
ARBITRO PAIRETTO. I figli d’arte che non riescono a emulare i successi paterni finiscono col diventare tracotanti soprattutto negli errori. E lui ne commette di smaccati: non vede due falli gravi di Posch (sul primo ammonisce addirittura chi l’ha subìto, il povero Kvara) che sommati avrebbero portato all’espulsione del rossoblù – 3