Forse va all’Inter di Marotta. Ora che arriverà il redde rationem del governo con Gravina, sarebbe stato imbarazzante per Giorgetti avere la figlia lì
La figlia di Giorgetti abbandona la Federcalcio, un brutto segnale per Gravina (Il Fatto).
Scrive Lorenzo Vendemiale:
Prima la figlia di Giorgetti, poi Tajani jr.: più che una Federazione, il pallone stava diventando una specie di ufficio di collocamento del governo. Non uno, ben due rampolli di ministri della Meloni in Figc, come aveva raccontato il Fatto. Adesso la schiera di impiegati illustri perde pezzi, e così quella di appoggi politici del presidente Gravina: Marta Giorgetti lascerà presto la Federazione. Ci era entrata un paio d’anni fa per uno stage, poi confermata a tempo determinato. Si occupa – anzi, si occupava – dell’organizzazione allo stadio delle partite della Nazionale. Quell’incarico – sommato al figlio del ministro degli Esteri nel dipartimento Europei 2032 – sembrava la dimostrazione della rete trasversale di Gravina, uomo di sinistra (è vicino a Francesco Boccia, come il suo braccio destro Giancarlo Viglione: facile incontrarli insieme davanti al Senato), ma ben coperto a destra. Un segnale anche agli oppositori (ce ne sono tra i salviniani e in Fratelli d’italia) che vorrebbero disarcionarlo.
La figlia di Giorgetti, il figlio di Tajani
In realtà, questa interpretazione politica di un piccolo contratto è stata alimentata proprio per ostentare certe frequentazioni. E aveva infastidito Giorgetti, che col n. 1 della Figc ha – anche se forse pure qui andrebbe utilizzato il passato – un rapporto cordiale, nulla più. Adesso però può valere il discorso opposto: per alcuni questo addio scarica Gravina, già in piena sindrome da accerchiamento, dopo l’inchiesta a suo carico, la riforma ostile del governo e l’opposizione della Serie A. Di sicuro, è una presa di distanza nei confronti di un certo mondo dello sport, che ha pensato di ingraziarsi la politica con favori banali. Lo dimostra anche un altro “figlio di”, Lorenzo Cochis La Russa, che ha lasciato Milano-cortina: perché il carrozzone olimpico fa acqua da tutte le parti, certo, ma anche perché i big di Meloni vogliono evitare strumentalizzazioni.
Dal Tesoro (insieme al ministero dello Sport di Abodi) è uscita la riforma che vuole istituire un’agenzia statale per controllare i bilanci dei club, chiara sfiducia nei confronti del calcio (e di chi lo governa). Gravina fa le barricate con l’appoggio di Malagò: trattare al tavolo di governo con quello che di fatto era il datore di lavoro di sua figlia sarebbe stato inopportuno. Un imbarazzo che infatti Giorgetti si eviterà. Sua figlia Marta non rinnova il contratto in Figc. Le sue qualità sono state apprezzate nel mondo del calcio, per lei si parla di un possibile approdo all’inter campione d’italia di Beppe Marotta. Altro amico del ministro.