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A Zhang l’Inter è costata quasi 800 milioni (Repubblica)

Nei primi cinque anni, fino al 2021, ha pompato nel club di tasca propria 674,51 milioni. Poi la Cina ha chiuso i cordoni ed è cominciato il declino

A Zhang l’Inter è costata quasi 800 milioni (Repubblica)
Mg Istanbul (Turchia) 10/06/2023 - finale Champions League / Manchester City-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Steven Zhang

A Zhang l’Inter è costata quasi 800 milioni. Lo scrive il quotidiano la Repubblica con Franco Vanni.

«Vincere tutto». Così parlò Zhang Jindong nel giugno del 2016 quando acquistò la maggioranza dell’Inter da Erick Thohir e Massimo Moratti, sborsando 91,3 milioni. Nei primi cinque anni, fino al 2021, ha pompato nel club di tasca propria 674,51 milioni fra aumenti di capitale, prestiti soci e sponsorizzazioni da parte di Suning, colosso del commercio informatico. Erano i tempi in cui il presidente cinese Xi Jinping sosteneva un faraonico piano per lo sviluppo del calcio, in patria e all’estero. E l’attività di Zhang, suo fedelissimo, era parte del disegno.

L’apice si è avuto nel 2019, quando in una sola estate alla Pinetina arrivarono Lukaku, Barella e Sensi, con Antonio Conte in panchina. Ma già nel gennaio del 2020, quando a Wuhan si registravano i primi casi di coronavirus, l’allenatore salentino, profetico, dopo una vittoria in Coppa Italia disse: «Non ci sono tanti soldini». A Pechino, infatti, l’inversione di marcia era cominciata: il governo aveva capito che la cultura calcistica è difficile da comprare, e che il campionato nazionale costava tanto e funzionava poco. Di lì a un anno sarebbe stato smantellato, con la chiusura di club importanti, fra cui il Jiangsu di Suning.

Fra l’acquisto del club e la sua gestione, a Zhang l’Inter è costata quasi 800 milioni. Soldi che solo in piccola parte recupererà con l’indennizzo che il fondo dovrà versargli dopo avere escusso il pegno.

Zhang non ha restituito i soldi nemmeno a una banca cinese (Repubblica)

Zhang non ha restituito i soldi nemmeno a una banca cinese. È quel che scrive il quotidiano la Repubblica con Franco Vanni.

Se non ha restituito i soldi a una banca controllata dallo Stato cinese, che speranza abbiamo che li renda a noi? Se lo sono domandato lo scorso febbraio, nel loro ufficio di Londra, i gestori di un grande fondo d’investimento, studiando la richiesta di finanziamento che gli advisor di Steven Zhang gli avevano fatto trovare sul tavolo. A metterli in allarme era il fatto che China Construction Bank, istituto di credito cui Zhang deve restituire 320 milioni di euro, ha controllo pubblico. Secondo MarketScreener, il 59.31% del capitale della banca è in mano a China Investment Corporation (CIC), fondo sovrano che gestisce riserve valutarie della Repubblica Popolare cinese, e che a fine 2023 amministrava asset per 1.350 miliardi di dollari.

Entro domani Zhang dovrà restituire a Oaktree i 275 milioni (più un centinaio di interessi) che ha ricevuto in prestito nel 2021, in forma di finanziamento alla società lussemburghese attraverso cui controlla l’Inter. E che dal giugno dello scorso anno non è più uscito dalla Cina, nemmeno per festeggiare la vittoria del 20° scudetto interista.

La sentenza della corte suprema di Hong Kong che lo costringe a restituire i 320 milioni alla banca controllata dal fondo statale è del 16 settembre 2022. Dallo scorso marzo, per decisione della Corte d’Appello di Milano, ha valore anche in Italia. Questo consentirebbe all’istituto creditore di provare ad aggredire anche qui i beni di Zhang.

Ha quasi perso l’Inter, saltata la trattativa con Pimco per un nuovo finanziamento (La Verità).

Ecco cosa scrive in esclusiva il quotidiano La Verità:

è definitivamente saltata la trattativa tra l’Inter e il fondo Pimco per ottenere un nuovo finanziamento da 430 milioni di euro con scadenza triennale, che avrebbe dovuto servire per saldare il debito con Oaktree e mantenere Steven Zhang alla guida del club almeno fino al 2027.

La causa principale è da ricercarsi nei tempi ristretti e nell’opposizione di Oaktree che non avrebbe gradito un accordo che lo avrebbe escluso dalla trattativa.

Ora, a meno di una chiusura in extremis per un riscadenziamento-ponte con Oaktree, che prolungherebbe i giochi per uno-due anni con prospettive di cessione, il debito non verrebbe saldato e Oaktree potrebbe procedere con l’escussione del pegno martedì 21 maggio, diventando proprietaria dell’Inter e lasciando a Suning solo la differenza tra la valutazione fatta in sede di trattativa (800 milioni) e quella attuale (1,2 miliardi).

Si ritiene che Oaktree, essendo uno stress fund, non voglia mantenere il club e abbia già in pugno un acquirente che gli consentirebbe di monetizzare subito da una situazione inattesa.

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