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Il segreto del Real è la “tattica del morto”. Si rimette in piedi da solo grazie alla mentalità di ferro (Marca)

Dopo il primo tempo Ancelotti ha “riattivato” la squadra cambiando tattica. A Wembley il Real ha tirato fuori ancora una volta il suo gene vincente

Il segreto del Real è la “tattica del morto”. Si rimette in piedi da solo grazie alla mentalità di ferro (Marca)
Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti lifts the trophy to celebrate the victory at the end of the UEFA Champions League final football match between Borussia Dortmund and Real Madrid, at Wembley stadium, in London, on June 1, 2024. (Photo by Glyn KIRK / AFP)

Il Real Madrid soffre, poi si rialza e trova la chiave per vincere la partita. Una sintesi della finale di Champions e non solo. È la “tattica del morto”, che alla fine morto non è mai.

Ne parla bene Marca, giornale madridista:

I giocatori del Borussia Dortmund ancora non se lo sono spiegato. Né City e Bayern se lo spiegano. Il Real Madrid ha vinto la Decimoquinta dopo essere stato, ancora una volta, alle corde . «Non abbiamo sfruttato le nostre occasioni e il Real Madrid non perdona», ha lamentato Edin Terzic al termine della partita, l’ultimo a subire la ‘tattica del morto‘ di Carlo Ancelotti.

Sì, la ‘tattica del morto’ , quella che subiscono i rivali e di cui si parla nello spogliatoio del Real Madrid. «Siamo una squadra che sa soffrire, ci conosciamo. Per noi è difficile non avere occasioni e sappiamo che arriverà il nostro momento. Ancelotti ci ha detto che la tattica del morto continua a funzionare. Sembra che siamo alle corde e poi ne usciamo sempre vincenti», ha spiegato Lucas Vázquez.

Una tattica tutt’altro che semplice: «Sembra facile, ma ad ogni finale soffriamo di più. Cinque titoli di Champions League e oltre. Non si vede il limite di questa squadra, che anno dopo anno supera se stessa, non si vede la fine. L’atmosfera che regna è di felicità», ha continuato.

Il Real, quel gene vincente che non scomparirà mai

Per vincere la decimoquinta, il Madrid ha dovuto rianimarsi nell’intervallo. Il Borussia è stato maltrattato dal Real Madrid come raramente si era visto, ma Ancelotti ha dovuto trovare il modo di rimetterlo in piedi. Per prima cosa, insieme ai pesi massimi, ha attivato la squadra, che non è scesa in campo con l’energia necessaria. Poi ha cambiato il sistema di gioco, mettendo in campo un 4-3-3 più chiaro. I cambiamenti hanno avuto effetto e il Madrid è stato un’altra squadra nel secondo tempo.

A Wembley il Madrid ha tirato fuori ancora una volta il suo gene vincente, con la tattica del morto al di sopra di ogni piano. Una tattica forgiata nella storia e basata su una mentalità di ferro. Kroos l’ha riassunta perfettamente. Se ne andrà, ma non ha dubbi che la squadra continuerà a vincere: «Sono sicuro che lo farà. Forse la squadra giocherà con uno stile diverso, ma continuerà a vincere, come sempre».

«Dovremo adattarci a quello che abbiamo, senza Kroos sarà diverso, ma continueremo», ha detto Ancelotti, il creatore della teoria della tattica del morto, di cui tutti sospettavano l’esistenza, ma di cui nessuno parlava fino a Wembley, anche se era un segreto aperto. Madrid non muore mai.

 

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