In prima linea ci sono Conte e Manna. Il ct cerca un albergo sul litorale domizio, torneranno i ritiri pre-partita
De Laurentiis sta facendo davvero un passo indietro. Lo scrive l’edizione napoletana di Repubblica con Marco Azzi.
Aurelio De Laurentiis sta facendo davvero un inedito passo indietro e il nuovo corso del Napoli è cominciato quindi con un cambio di rotta senza precedenti: nel segno della rigorosa ripartizione di ruoli, compiti e responsabilità. Il presidente non si è fatto da parte, sia chiaro, ma in prima linea ci sono adesso soprattutto Antonio Conte e Giovanni Manna.
L’ex ct della Nazionale ha voluto tuttavia fare di persona anche la ricognizione sulla funzionalità delle strutture e ha subito individuato la lacuna principale del centro sportivo di Castel Volturno, privo di una foresteria e non attrezzato di conseguenza per ospitare i giocatori prima e dopo il lavoro sul campo. C’è bisogno di una nuova sala da pranzo – abbonderanno le doppie sedute – e torneranno la regola i ritiri alla vigilia delle partite al Maradona. Per questo l’esperto e scrupoloso allenatore pugliese ha già visitato alcuni alberghi nei dintorni del litorale domizio, con l’obiettivo di risolvere il problema entro l’estate.
De Laurentiis accetti un consiglio: osservi il Napoli da lontano (Gazzetta)
Antonio Conte, invece, non ha bisogno di nessuno. Semmai De Laurentiis volesse accettare un consiglio (impossibile, lo sappiamo), lo inviteremmo a frequentare poco, anzi pochissimo Castel Volturno, a mandare al suo allenatore qualche messaggio occasionale e a godersi a distanza la crescita del Napoli. Perché nessuno come Conte è in grado di costruire un capolavoro partendo dalle macerie. Nessuno come lui sa tirare fuori il massimo dai giocatori. Nessuno come lui sa motivare ogni singolo dipendente del club.
Il discorso di Conte al suo arrivo alla Juventus
Il giorno in cui firmò il primo contratto con Andrea Agnelli nel 2011, Antonio andò a Vinovo e ciò che vide non gli piacque: «Questa non è la mia Juve». E allora fece chiamare tutti, dai giardinieri agli addetti alla lavanderia, e tenne un rapido corso di juventinità, importante come le lezioni tattiche in campo. Quella volta Conte partì avvantaggiato, perché nell’ambiente bianconero era diventato uomo. Ma la mentalità è rimasta la stessa nelle successive esperienze. Conte ci mette pochissimo a entrare nella nuova realtà, a imporre la propria personalità, a decidere come e dove intervenire, a trascinare tutti dalla sua parte, a rendere credibile qualunque obiettivo. Ad Antonio fa piacere il sostegno della società, ma non ne ha bisogno perché lui “diventa” la società. E questo, con il tempo, può pure creare qualche problema.