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Il figlio di Lucarelli condannato per violenza sessuale

Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, due giovani calciatori del Livorno, sono stati condannati a 3 anni e 7 mesi per violenza sessuale nei confronti di una giovane studentessa americana

Il figlio di Lucarelli condannato per violenza sessuale

Mattia Lucarelli, figlio dell’ex attaccante Cristiano, e Federico Apolloni, i due giovani calciatori del Livorno accusati di violenza sessuale nei confronti di una giovane studentessa americana, sono stati condannati a 3 anni e 7 mesi. Lo ha deciso il gup di Milano Roberto Crepaldi al termine del processo con rito abbreviato in cui ci sono altri tre imputati. I due giocatori finirono agli arresti domiciliari nel gennaio 2023 e nel giugno successivo furono rimessi in libertà. L’indagine della Procura aveva ipotizzato un presunto stupro di gruppo che risale alla notte tra il 26 e il 27 marzo del 2022.

Lucarelli e Apolloni sono accusati di aver abusato della giovane dopo una serata trascorsa nel locale “Gattopardo” di via Piero della Francesca a Milano. Secondo la Procura, avrebbero palpeggiato e violentato in gruppo la ragazza approfittando della sua “incapacità psichica” dovuta all’assunzione di alcol, dopo averla portata in casa con la scusa di accompagnarla in auto a casa.

L’arresto nel 2023: video e chat su quella notte

 I due calciatori, difesi dall’avvocato Leonardo Cammarata, sono stati arrestati l’8 febbraio 2023 dopo mesi di indagini della Squadra Mobile in cui sono stati acquisiti i video, trovati nei cellulari dei ragazzi su quella notte, e messi prima ai domiciliari e poi sottoposti all’obbligo di dimora a Livorno, con divieto di uscire di casa di notte. I due hanno sempre negato che si sia trattato di uno stupro di gruppo, ma di un rapporto consensuale.

Mattia Lucarelli ha affidato a una storia su Instagram la sua reazione:

“Che le cose spesso non vadano come dovrebbero andare lo sappiamo un po’ tutti. È la vita. Lo scoglio più grande da affrontare sapevamo che sarebbe stato il primo, visto il clamore mediatico di tutta la questione sapevamo di non combattere con i fatti ma con un momento storico e la pressione dei media che vuole la nostra testa senza realmente indagare a fondo ma fermandosi a titoli sensazionali per attirare l’attenzione. Rispetto a ieri non è cambiato niente, ai commenti, alle minacce e alle offese siamo abituati ormai. Non bisogna però dimenticarsi che ci sono altri due gradi di giudizio. Che sia una batosta è molto chiaro soprattutto perché eravamo speranzosi di poter chiudere questa storia subito nonostante le difficoltà”.

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