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Messi uno di noi: «A Parigi i vicini non volevano che i miei figli giocassero a calcio in casa»

A Espn: “Non stavamo bene a Parigi, i vicini erano fastidiosi. La cosa migliore che mi è capitata lì è stata diventare campione del mondo”. Grama, la vita

Messi uno di noi: «A Parigi i vicini non volevano che i miei figli giocassero a calcio in casa»
Inter Miami's Argentine forward Lionel Messi reacts after taking a question about his team's previous match in Hong Kong, during a press conference at a hotel in Tokyo on February 6, 2024, a day before their friendly football match against J-League side Vissel Kobe. (Photo by Philip FONG / AFP)

E’ stata dura la vita di Leo Messi a Parigi, ma che vogliamo saperne noi. Ora che è lontano può piano piano raccontare che inferno è stato. Messi ha raccontato ai microfoni di Espn che, per esempio, aveva dei vicini insopportabili.

A Parigi, i vicini suonavano al mio campanello alle 9 o alle 10 di sera per dirmi che i bambini non avrebbero dovuto giocare a pallone in casa. Ci davano fastidio. Purtroppo non è andata come io e loro volevamo. Il mio stato d’animo si ripercuoteva sul campo. A Parigi, a livello personale, non stavo bene”.

Il fatto è che Messi non se ne voleva andare, da Barcellona: “È stato un cambiamento duro e difficile per noi. Non ci aspettavamo di dover lasciare il Barcellona, ​​non è stata una scelta. È stata anche un’esperienza di vita. Quando ero a Parigi, la cosa migliore che mi è capitata è stata diventare campione del mondo”. Grama, la vita.

Questa fa il paio con un’altra intervista, di Mbappé, alla Cnn. Evidentemente quando parlano con gli americani gli ex Psg si lamentano un sacco. Mbappè disse che la scelta di rinnovare il contratto con i francesi fu “terribile”. Una cosa che non augurerebbe a nessuno: C’era la Coppa del Mondo in Qatar, c’erano molte cose in ballo. È stata una decisione grande e difficile. Molto difficile per un ragazzo di 20 anni ( ne aveva 23, ndr). Ma non rimpiango nulla. In una carriera devi prendere decisioni difficili e questo è quello che ho fatto. Poi sono diventato il capocannoniere della storia del Psg. Voglio solo ricordare le cose belle. Certo, non è stata una situazione facile, non lo auguro a nessuno“.

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