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Mettiamoci nei panni dell’agente di Kvaratskhelia che sarà lo zimbello dei colleghi

Kvara è un Lsu del pallone, ha sempre il suo stipendio “da pezzente”. Jugeli si è fatto intortare da Giuntoli e De Laurentiis e non sa che fare

Mettiamoci nei panni dell’agente di Kvaratskhelia che sarà lo zimbello dei colleghi
Napoli's Georgian forward #77 Khvicha Kvaratskhelia looks on during the Italian Serie A football match between Juventus and Napoli, at The Allianz Stadium, in Turin on December 8, 2023. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Proviamo a osservare l’affare Kvaratskhelia da un altro punto di vista. Quello del suo agente il signor Mamuka Jugeli e della famiglia del calciatore. Domenica sera, in modo naif, non sono riusciti a trattenere il loro grido di dolore. Che poi, fondamentalmente, è un lamento di frustrazione. È quel concentrato di negatività che ti assale quando capisci che sei protagonista di una situazione assurda e puoi prendertela solo con te stesso.

Piccola premessa: per noi i procuratori non sono delinquenti né eversori, agiscono alla luce del sole e vengono nutriti dal mercato. Non puntano pistole alla testa. Chiedono e in genere a loro viene concesso. È penoso e irritante questo piagnisteo delle società che vorrebbero il monopolio del potere dei soldi e dell’arma di ricatto: sarebbe bene fare una riflessione seria e a-populistica su questo punto.

Ciò detto, in un mondo di piranha, così vengono definiti i procuratori dei calciatori, assistiamo all’imbarazzo dell’uomo che cura gli interessi di un calciatore che lo scorso anno si è classificato 17esimo al Pallone d’oro. Un atleta che ha impressionato l’Europa intera e ha spinto il New York Times a occuparsi più volte di lui. Un giocatore formidabile, contemporaneo e antico allo stesso tempo. E che – attenzione – ancora oggi, alla vigilia del terzo anno di Serie A, guadagna meno di un milione e mezzo di euro. Che per noi comuni mortali sono tantissimi soldi ma che nell’universo fatuo del pallone, diciamolo, è una miseria. È un trattamento da pezzenti.

Kvaratskhelia è un Lsu del pallone

Ora immaginiamo che cosa debba essere quotidianamente la chat whatsapp del signor Jugeli. Subirà ogni sorta di sfottò dai colleghi. Giustamente, dal loro punto di vista. Guardiamoci un po’ attorno. Vlahovic con la Juventus ha firmato un contratto che è un cappio. Tra poco il suo ingaggio salirà a 12 milioni netti. Dodici!!!! Dieci volte Kvaratskhelia. Osimhen ne guadagna dieci di milioni, otto volte il georgiano. Che sarà un bravo ragazzo, uno che viene dalla Georgia (che comunque non è lo scantinato del mondo, sia chiaro), ma chiaramente è una sorta di Lsu del calcio. Desideriamo continuare. Zirkzee – che qui in Italia abbiamo già vanbastenizzato (con evidente scetticismo dell’originale) e che nella Nazionale olandese è una ruota di scorta -, Zirkzee dicevamo, si atteggia a gran figo e i procuratori non lo mollano finché un club non sgancia venti milioni di commissioni. Parliamo di un calciatore che ha disputato una buona stagione in Serie A col Bologna. Sì col Bologna.

Diciamolo, Jugeli si è fatto intortare alla grande da Giuntoli e De Laurentiis. Molto probabilmente non ha creduto nel suo assistito. Gli agenti di Kim credettero nel calciatore, furono bravi a inserire la clausola di salvaguardia (dei loro interessi) e dopo un anno se lo sono portato al Bayern e hanno fatto guadagnare bei soldini al difensore che è stato pure al centro di non poche critiche in Baviera. L’unico che non può permettersi di fare shopping in elicottero resta il povero Kvaratskhelia.

È successo quel che accade nelle giornate di caldo insopportabile. Jugeli si è messo sulla moto ed è partito per non si sa quale direzione pur di prendere un po’ di vento in faccia. Sono andati a Parigi, si sono accordati per otto milioni. Magari hanno pure mangiato take-away a Pigalle. Poi sono rientrati e si sono messi a piangere. Me misero, me tapino. Sbattono i piedi per terra. Fanno intervenire il padre. Ma la realtà è che i margini di manovra sono zero. Certo possono provare a ottenere qualcosa in più dal Napoli per il rinnovo. Avrebbero anche le loro ragioni, considerato il contesto. Siamo solidali col signor Jugeli. La sua non dev’essere una vita semplice né tantomeno allegra. Non può mica bloccare tutti i colleghi su Whatsapp. Deve sorbirsi quel ciclo continuo di faccine e sfottò: “1,4 milioni e giù faccine”. Perciò prima di criticarli e attaccarli, cerchiamo di comprendere le ragioni del grido di dolore.

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