A Sky: «i comandamenti, la PlayStation, cita il figliol prodigo per Fagioli. Fa un discorso di senso compiuto di venti secondi e poi non si capisce cosa voglia dire»
Aldo Grasso stronca Luciano Spalletti a Speciale Calciomercato. Invitato dalla trasmissione di Sky Sport di Bonan, il critico televisivo del Corriere della Sera fa un’analisi spietata della comunicazione di Spalletti. Parla di linguaggio oracolare, di religiosità. Concetti molto simili a quelli espressi dal Napolista (qui abbiamo scritto di Spalletti come ct predicatore).
Queste le parole di Aldo Grasso a Special Calciomercato
«Nelle immagini viste Spalletti conclude sempre dicendo “questo è il mio pensiero”. Ho avuto l’impressione che quando è stato nominato ct della Nazionale, non volesse soltanto allenare il Napoli ma ha voluto fare qualcosa di più, quasi una sorta di religione della Nazionale. E cioè ha cominciato a togliere la PlayStation, ha messo i comandamenti, ha usato la parabola del figliol prodigo per convocare Fagioli, ha invitato i dieci profeti del bel calcio. Ha messo i sei comandamenti, non dieci, si è limitato a sei però i comandamenti. Cioè non voleva soltanto cambiare la Nazionale, voleva cambiare il mondo. E quando si fanno questi passi qua di voler cambiare il mondo, poi tutta l comunicazione dipende da questo. Lui ha questo stile un po’ oracolare che va bene nei pre partita quando disegni questi scenari in cui faremo, capovolgeremo. Poi quando le cose non vanno per il verso giusto, lui va molto in difficoltà».
Dice Bonan: “Dovrebbe lavorare un po’ più di sottrazione».
Riprende Aldo Grasso: «Innanzitutto mai voler cambiare il mondo, mai mettere i comandamenti, attenersi al proprio lavoro. (qui interviene Bonan e dice che forse lo ha fatto nel tentativo di ampliare il fascio di luce sulla Nazionale). Però – prosegue Grasso – lo si fa in termini calcistici non in termini “religiosi” oracolari. poi si trova in difficoltà, c’è la partita, l’adrenalina, il nervosismo, poi lui ha una resistenza di venti secondi, fa un discorso di senso compiuto di venti secondi e poi non si capisce assolutamente che cosa voglia dire».
«La comunicazione oggi è troppo importante, poi finisci con l’avere un’immagine negativa, l’incidente con i giornalisti, cominciano che si sentono di avere la stampa contro, si sentono circondati, nasce l’idea di un complotto. Se i rapporti fossero più sereni, se anche uno smitizzasse, uno dei compiti degli allenatori dovrebbe essere quello di smitizzare sé stessi e quindi anche tutto il discorso. Lui sta mitizzando la Nazionale».