Il Napolista ne scrisse a inizio giugno, ma il nuovo allenatore del Napoli è realista: «Non posso promettere la vittoria, ma posso promettere che saremo competitivi per la vittoria»
![Conte a Napoli come al Chelsea, anche per lui è «l’unica esperienza in comune» Conte a Napoli come al Chelsea, anche per lui è «l’unica esperienza in comune»](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2021/12/Conte_imago28425334h.jpg)
Anche per Antonio Conte, nuovo allenatore del Napoli, la sua esperienza al Chelsea ha delle forti similitudini con quella che si appresta a vivere a Napoli. Ma attenzione a false promesse e proclami. Conte è un uomo del fare molto concreto: non ha promesso la vittoria ma ha promesso che farà di tutto per competere per la vittoria.
«Sono una persona del fare»
Esperienze simili? I precedenti di Juventus, Chelsea ed Inter che non vincevano e l’effetto elettroshock:
«L’unica esperienza in comune è il Chelsea. Due anni prima aveva vinto lo scudetto e poi finì fuori dalle coppe arrivando decimi. Penso che sia stato fatto veramente qualcosa di irripetibile. In Premier ci sono tante super potenze e quindi riuscire dal decimo posto a vincere la Premier è stato incredibile. Quello che non posso promettere è sicuramente la vittoria, perché ne vince solo una. Posso promettere che inizieremo un percorso dove noi saremo competitivi per la vittoria. Testa bassa e pedalare. Oggi bisogna parlare poco, tutti. Sono una persona del fare. Dire o cercare di vendere aria fritta, non è il mio stile. Non sono neanche tanto paziente».
Il Napolista ne scrisse all’inizio di giugno. Il Chelsea campione arrivò decimo, dopo il disastro chiamò Conte e vinse la Premier: vi ricorda qualcosa?
L’arrivo di Conte a Napoli ricorda qualcosa di già visto. Un po’ come quel meme in cui Tobey Maguire (lo Spider Man di Raimi) senza occhiali vede sfuocato e appena mette le lenti il mondo in alta definizione gli rivela la verità. Fuori fuoco, Conte è appena arrivato al Chelsea. Mettendo a fuoco, Conte sta per firmare con il Napoli. L’esperienza vissuta dal tecnico salentino nel 2016/2017 con il Chelsea ha, almeno fin qui, delle analogie mica da ridere. Allora c’era ancora Abramovič, il Chelsea spendeva ma con un po’ più di logica e il Napoli continuava a farsi conoscere in Europa. Riavvolgiamo il nastro.