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Southgate è vittima di sé stesso, l’ossessione di vincere ha tolto identità all’Inghilterra (Guardian)

I tifosi gli hanno detto di tutto, gli hanno lanciato anche boccali di birra. Lui ha reagito con aplomb inglese

Southgate è vittima di sé stesso, l’ossessione di vincere ha tolto identità all’Inghilterra (Guardian)
Londra (Inghilterra) 07/07/2021 - Euro 2020 / Inghilterra-Danimarca / foto Uefa/Image Sport nella foto: Gareth Southgate

Bello vedere i propri tifosi lanciarti boccali di birra. E per essere onesti, non tutti i tifosi inglesi lanciavano oggetti contro Gareth Southgate mentre si dirigeva verso di loro a Colonia“. Jonathan Liew sul Guardian sta ovviamente parlando del clima piuttosto teso intorno all’Inghilterra. Contro la Slovenia la Nazionale britannica ha rimediato un misero pareggio a reti bianche. Cose che non è affatto piaciuta ai tifosi. Ma Liew ironicamente precisa. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, “c’è anche chi faceva gestacci. Alcuni fischiavano. Alcuni gli mostravano il pollice verso. La maggior parte era già andata a prendere il tram“.

Southgate allena in un clima a dir poco surreale. Quando si è avvicinato per salutare i tifosi, i suoi applausi sono stati percepiti come una forma di sarcasmo, “come un ciclista che applaude l’automobilista che lo ha appena scaraventato contro il marciapiede“. “Ha sopportato nobilmente l’odio, gli insulti e gli oggetti di plastica lanciati“.

Euro 2024 è un calvario per Southgate

Ormai quello del ct inglese è un calvario. Ma da buon inglese mantiene il tipico aplomb britannico. “Nessuna dichiarazione al vetriolo, nessuna rabbia sproporzionata“. Potrebbe anche trattarsi di consapevolezza, “una sorta di delusione rassegnata“.

Tutti notano che l’Inghilterra ha un problema di identità. Anche Liew se n’è accorto.  “Non esiste un insieme di valori su cui basarsi, nessun senso di gruppo, nessuna storia collettiva da raccontare“. Qual è insomma il “Dna dell’Inghilterra”?

I momenti più belli della storia recente dell’Inghilterra sono finiti con la finale di Wembley persa nel 2021 contro l’Italia. Da lì è diventata quasi ossessione. Questo è il problema. La pressione di dover vincere a tutti i costi.

Era bello “quando nessuno parlava della “migliore occasione” o dell’ “ultima occasione” dell’Inghilterra. Quando vincere era un’aspirazione, non un obbligo“.

Dopo otto anni di Southgate “le identità di “Gareth Southgate” e di “l’allenatore dell’Inghilterra” si sono fuse al punto che nessuno – tanto meno Southgate – può lontanamente concepire che qualcun altro lo faccia, per non parlare di qualcuno che possa farlo meglio“.

Ma se l’Inghilterra si ritrova in questa situazione, la responsabilità non è solo di Southgate. “Dopo Qatar 2022, i giocatori hanno fornito il proprio sostegno affinché rimanesse ct“. Col senno del poi, “era un segnale che l’atmosfera calda e piacevole che Southgate aveva creato dal 2016 si era spinta troppo oltre verso una zona di comfort“.

Il ct dell’Inghilterra colpito dalla sindrome del salvatore

E tutto questo ha portato a quattro giovani calciatori chevogliono tutti giocare nella posizione n. 10 e finiscono in quella posizione anche se assegnati da qualche altra parte. A Harry Kane che si annoia e scende a centrocampo, Jude Bellingham che cammina dove vuole, Phil Foden che prova i tiri dalla distanza per cui – se li avesse provati al Manchester City – Pep Guardiola lo avrebbe venduto a Burnley“.

“Southgate è stato risucchiato nello stesso vortice. Anche per lui è arrivato il complesso del salvatore: un uomo che una volta aveva ideali e visioni, ma che negli ultimi si è accucciato nel lavoro“.

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