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Marquez cade ancora una volta (tanto per cambiare), forte contusione al costato e si frattura un dito

Al Sachsenring (Germania) non entra nemmeno nel Q2. Miglior tempo di Vinales, Bagnaia quinto. Domani le prove ufficiali e nel pomeriggio la Sprint.

Marquez cade ancora una volta (tanto per cambiare), forte contusione al costato e si frattura un dito
Gresini Racing MotoGP's Spanish rider Marc Marquez is pictured prior a practice session of the German Motorcycle Grand Prix at the Sachsenring racetrack in Hohenstein-Ernstthal, eastern Germany, on July 5, 2024. (Photo by Radek Mica / AFP)

Marquez cade ancora una volta (tanto per cambiare), forte contusione al costato e si frattura un dito.

Cambiano i circuiti, restano le cadute di Marc Marquez l’uomo che la Ducati ha scelto come compagno ufficiali di scuderia di Bagnaia per la prossima stagione.

Il catalano refrattario alla sportività è stato sbalzato in aria dalla sua Ducati anche al Sachsenring (uno dei suoi circuiti preferiti) e ha riportato una frattura all’indice della mano sinistra e una forte contusione al costato. Si è poi rimesso in moto e ha fatto segnare il tredicesimo tempo prima di andare in ospedale. Quindi domani partirà in Q3.

Miglior tempo di Vinales, secondo Rafa Martin, terzo Oliveira, quarto il fratello di Marquez, quinto Bagnaia. Domani le prove ufficiali e nel pomeriggio la Sprint.

Le sue parole:

«Non mi preoccupa la frattura del dito, la contusione alla gabbia toracica è sicuramente la cosa che mi dà più fastidio. Ora devo riposare e vedremo come starò domani mattina».

Marquez: “Il costato dà fastidio, il dito non mi preoccupa”

Dopo la spaventosa caduta nei primi minuti delle pre-qualifiche, Marquez era tornato in pista firmando il momentaneo miglior tempo (che poi, però, non gli è stato sufficiente per centrare l’accesso al Q2 di sabato) salvo poi dover abbandonare la sessione per un forte dolore al costato. “La sensazione con la moto era buona – ha dichiarato lo spagnolo in un breve comunicato pubblicato dal team Gresini sui social – ma è ovvio che la caduta nel pomeriggio ha avuto un grande impatto in questo primo giorno qui al Sachsenring. La frattura al dito non mi preoccupa, la botta alla gabbia toracica è sicuramente la cosa che mi dà più fastidio e mi ha impedito di continuare le pre-qualifiche. Ora è tempo di riposare e domattina vedremo quali saranno le mie condizioni fisiche”. 

Marc Marquez va subito a terra: quanto piacciono i vecchi all’industria italiana (Ducati, Ferrari, Juve) – La scorsa settimana

Marc Marquez va subito a terra nella gara sprint di Assen. Era andato a terra anche in qualifica. La caduta del catalano, la cui forza sulle due ruote è pari solo alla sua proverbiale scorrettezza (che raggiunse il suo acme quando si mise a marcare a uomo Valentino Rossi per fargli perdere il Mondiale), ci offre l’occasione per una breve considerazione sull’amore dell’industria italiana per i vecchi. Per i campioni anziani. A conferma che l’Italia è un paese per i vecchi, dove manca qualsiasi investimento sui giovani.

Non è un caso che la Juventus abbia cominciato la sua parabola discendente con l’acquisto di Cristiano Ronaldo. La Ferrari ha annunciato a sorpresa l’ingaggio di Lewis Hamilton che ha un luminoso avvenire dietro le spalle. E persino la Ducati, che in teoria indossava gli abiti della diversità, si è accodata a questo malcostume italiano. Bisognava scegliere il secondo pilota ufficiale da affiancare a Pecco Bagnaia. E tra Martin (non proprio l’ultimo arrivato) e Marquez, hanno scelto Marquez. Peraltro sorvolando sui criteri di correttezza e anche sul parere di Bagnaia (autentico fuoriclasse) che ufficialmente non ha detto nulla ma era ovvio che avrebbe preferito Jorge Martin.

L’Italia proprio non ce la fa. Del resto basta vedere come funziona il sistema di cooptazione nel nostro Paese, nelle nostre università. Speravamo che la Ducati fosse diversa. Ci eravamo illusi.

Marquez promette a parole: «Bagnaia? La guerra si fa in pista. Nei box regnerà la calma»

Marquez guiderà per il team ufficiale Ducati dall’anno prossimo. Per lui non ci sono mai state altre alternative: o la moto ufficiale o l’addio alla Ducati. Lo racconta in un’intervista a El Larguero :«È semplice. Uno dei motivi, il principale, è che se devi guadagnartelo in pista, devi avere le stesse armi, e ora non le ho. Ma non è una scusa e sto dimostrando di poter essere competitivo. Un’altra cosa è che sono stato molto chiaro sul fatto che non sarei passato da una squadra satellite a un’altra. E il terzo punto: gli atleti non hanno solo contratti sportivi, ma ci sono altri sponsor che mi hanno seguito per tutta la carriera e una multinazionale chiude a settembre per i prossimi due anni e non può aspettare. Non era fattibile».

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