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Morata: «In Spagna non c’è rispetto, per me è molto difficile essere felice nel mio Paese»

A El Mundo: «Mi hanno criticato perché piangevo… oppure mi hanno detto che avrebbero giocato meglio senza di me… Forse dopo l’Europeo lascerò la Nazionale».

Morata: «In Spagna non c’è rispetto, per me è molto difficile essere felice nel mio Paese»
Siviglia (Spagna) 14/06/2021 - Euro 2020 / Spagna-Svezia / foto Uefa/Image Sport nella foto: Alvaro Morata

Alvaro Morata non è mai stato visto tanto di buon occhio nel suo Paese, la Spagna. Ora gioca nell’Atletico Madrid e in un’intervista a El Mundo si racconta a poche ore dalla semifinale di Euro2024 contro la Germania.

Morata: «In Spagna è difficile per me essere felice»

Come ti definiresti nel gruppo della nazionale?

«Beh, io sono il capitano, quello che cerca di riunire tutti in modo da remare nella stessa direzione. In generale sono una persona che scherza molto, alla gente piace stare con me, è molto difficile che qualcuno parli male di come sono. Questo per me è un successo, sia nella mia carriera e nella mia vita privata».

Qual è la cosa più difficile di essere un capitano?

Morata: «Mettere tutti d’accordo nello spogliatoio, con gli orari e tutte queste cose qui. Siamo in tanti e ognuno di noi appartiene è stato educato diversamente. Alla fine quello che faccio è votare e basta. Siamo in democrazia».

Hai già in mente cosa fare quando ti ritirerai?

«Un sacco di cose. Aiuterò mia moglie in azienda, vorrei crearne anche una per aiutare i giovani che stanno iniziando nello sport professionistico. Vorrei fare l’agente per aiutare i giovani a iniziare la loro carriera; molti pensano che avrai sempre soldi e fama, e non è così. Vorrei aiutarli a gestire bene i loro soldi. Penso che debba essere una grande soddisfazione prendere un ragazzo, aiutarlo e poi vederlo avere una grande carriera».

Lascerai la Nazionale dopo Euro2024?

«Forse, è una possibilità di cui ora non voglio parlare, ma è probabile.»

Perché pensano tutti tu sia infelice?

Morata: «In Spagna è molto difficile per me essere felice. L’altro giorno per aver fatto un gesto ai giornalisti che pensavo sarebbe rimasto fra noi, poi è stato pubblicato; alcuni hanno colto l’occasione per criticare, come sempre. Come per la questione dell’ammonizione, ora molti hanno detto “giocheremo meglio senza di te”, anche quando le cose vanno bene…»

Quindi fuori dalla Spagna sei più felice…

«Sì, sicuramente. L’ho detto molte volte. Soprattutto perché la gente mi rispetta. In Spagna non c’è rispetto per niente e nessuno.»

Pensi davvero di non piacere?

«Sai cosa succede? Che quando esco con la mia famiglia, tutti mi amano, tutti mi trattano bene. Ma quando sono con la squadra è totalmente diverso. L’altro giorno, hanno detto che stavo piangendo perché mi avevano ammonito. Sciocchezze! Piangevo perché il mio Paese, con me come capitano, era arrivato in semifinale. Io non criticherei mai una persona che piange. Ora cerco solo di godermi al massimo questo torneo e arrivare fino in fondo a testa alta».

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