Il mago salentino ha convinto Aurelio Parlante a riorganizzare il club, riportato sulla retta via Di Lorenzo e Kvaratskhelia, e riportato entusiasmo
Chiamatelo Harry Conter. In meno di un mese dal suo arrivo a Napoli, l’allenatore nato a Godric’s Hollow (in Salento) ha rivoluzionato la vita della società che ha sede tra Castel Volturno e Hogwarts. Con la sua bacchetta magica, le sue pozioni, il suo innato spirito positivo, Harry Conter ha fatto dimenticare non solo l’anno nero – che è parso una gestione di Lord Voldemort – ma ha catapultato il club in un’altra dimensione.
Harry Conter è andato ai suoi appuntamenti con il cugino babbano di Albus Silente, Aurelio Parlante, dotato della sua pozione polisucco. E ha funzionato, eccome se ha funzionato. Harry Conter in men che non si dica ha riorganizzato la società. Ciascuno al suo posto. Il presidente. Il direttore sportivo. Uno staff extralarge che a Napoli non si era mai visto. Non solo. Ha ricavato in società un posto che con Aurelio Parlante non era mai esistito: e lo ha ricavato per un dirigente come Gabriele Oriali uno dei monumenti del calcio italiano: “una vita da mediano, lavorando come Oriali. Anni di fatica e botte e Vinci casomai i mondiali”, cantava un babbano interista. Il tutto è avvenuto rapidamente e senza spargimenti di sangue.
Dall’arrivo di Harry Conter il Napoli è diventato un club duttile, elastico, rapido, efficiente. Contemporaneo. C’è un problema con Kvaratskhelia? Si va in Germania e si parla con lui e l’entourage. C’è incomprensione con Di Lorenzo? Idem. Aereo, Germania e colloquio. C’è da risistemare la difesa? Benissimo. Acquisto Rafa Marin dal Real Madrid. Acquisto (molto oneroso, il più oneroso della storia del Calcio Napoli per un difensore) di Buongiorno dal Torino. A parametro zero si prende Spinazzola. E in ballo c’è ancora Hermoso. Poche chiacchiere. Molti fatti.
E non è finita. Harry Conter si presenta alla città. Va in conferenza. E dice chiaro e tondo che lui i maldipancia proprio non li capisce. Quelli che rimarrebbero malvolentieri se li mette vicino alla cattedra, accanto a sé. E mentre due settimane fa eravamo immersi in una situazione surreale in cui ogni giorno un calciatore, un parente, un cugino, un procuratore prendeva la parola e dichiarava di voler andare via, adesso stiamo vivendo il tempo della risacca.
In meno di un mese, Giovanni Di Lorenzo ha smesso i panni di Draco Malfoy. Tutti davano per certo il suo addio, poi Harry Conter ha recitato la sua formula: “protego maxima fianto duri repello inimicum juventino”. E oggi, oplà, ecco la lettera del figliol prodigo. Ve ne riportiamo alcuni stralci: “Lo ammetto, mi ha accarezzato l’idea di andar via. Sentivo la vostra insoddisfazione nei miei confronti e, come ha detto il Presidente, avevo avuto la percezione di essere stato abbandonato dalla società. Dopo il crollo che abbiamo vissuto sul campo, però, era tutto comprensibile: la vostra rabbia, la frustrazione del club, la mia confusione”. E poi: “Ho ascoltato le parole del presidente De Laurentiis e quelle di mister Antonio Conte, ho parlato con entrambi in questi giorni, e il messaggio che posso trasmettervi, senza fare proclami inutili e promesse da marinaio, è molto semplice: non vedo l’ora di ricominciare. Perché mi sento uno di voi”. È tutto rientrato. Sarà come tutti alla cena della succursale abruzzese di Hogwarts.
Oggi è stato il giorno della fine di un altro incantesimo: è rientrata la rivolta dei georgiani. Dopo aver rilasciato sinistre interviste, oggi il procuratore Mamuka Jugeli è venuto a Canossa: «tutto dipende dal presidente del Napoli. Se pensa di vendere Kvara, lo farà. Se il Napoli vuole che rimanga, un contratto è un contratto, Kvara rinnoverà». Kvara rinnoverà.
Harry Conter può dirsi soddisfatto. Tutto sta tornando al suo posto. Oggi persino il suo passato coi Mangiamorte della Continassa è un ricordo lontano, lontano, lonta…