È un difensore scuola Juric (quindi Gasperini), che bracca l’avversario ovunque sia. Così sarà la difesa del Napoli, è una novità per Conte
Una piccola grande rivoluzione
Quella che sta portando Alessandro Buongiorno al Napoli è un’operazione importante. Per tanti motivi. Uno su tutti: mai prima d’ora, infatti, il club azzurro aveva investito così tanto per un calciatore che non fosse un attaccante. O che non avesse un ruolo spiccatamente offensivo. Insomma, siamo di fronte a un evidente cambiamento del pensiero intorno a cui gira la SSC Napoli, a una piccola grande rivoluzione. Anche tattica, certo: Buongiorno, infatti, è stato lanciato ed è cresciuto – fino a diventare uno dei centrali più affidabili della Serie A – in un contesto ben preciso, sempre lo stesso. Stiamo parlando della difesa a tre. E non di una difesa-a-tre-e-basta, piuttosto di un sistema che parte dalla presenza di tre centrali e che ha delle caratteristiche molto peculiari.
A questo punto, prima di andare avanti, è necessario fare una digressione – breve, quindi non troppo noiosa. Da anni, anzi da decenni, il dibattito tattico del calcio italiano è superficialmente incardinato – si potrebbe dire che è impantanato – sui numeretti che definiscono i moduli di gioco, sulle differenze che esistono, perché naturalmente esistono, tra 4-4-2, 4-3-3, 3-5-2 e così via. È chiaro, lo ripetiamo, che disporre i calciatori in un certo modo determina dei cambiamenti, ma la verità è che esistono difese a tre e difese a tre – così come esistono difese a quattro e difese a quattro.
E quindi, prima ancora che sui moduli di gioco, bisognerebbe parlare di principi di gioco. Ovvero, riducendo tutto in frasi semplici, di quei concetti e quelle istruzioni tattiche – movimenti, coperture preventive, meccanismi offensivi – che guidano i giocatori quando vanno in campo. Che, idealmente e di fatto, predeterminano le loro intuizioni e le loro azioni.
La difesa a tre di Antonio Conte
La storia tattica di Antonio Conte e il mercato che sta conducendo il Napoli vanno in una direzione piuttosto chiara: dopo un decennio di dittatura (autoimposta) del 4-3-3, finalmente la squadra azzurra sta per cambiare sistema di gioco. È lampante, basta pensare che in questo momento nell’organico azzurro ci sono cinque centrali puri (Rafa Marín, Rrahmani, Ostigard, Natan, Juan Jesus) più due esterni che potenzialmente, potrebbero essere schierati come braccetti – termine contemporaneo utilizzato per indicare il centrale di destra e quello di sinistra – di una linea a tre, vale a dire Di Lorenzo e Olivera. E non è finita qui: tra poche ore verrà annunciato l’arrivo di Buongiorno, e si parla anche di Mario Hermoso.
Visto che però, come detto, esistono difese a tre e difese a tre, a questo punto è inevitabile chiedersi: come sarà la difesa a tre di Conte? Oppure, più correttamente: quali saranno i principi di gioco del nuovo Napoli? In questo punto esatto l’acquisto di Buongiorno diventa una specie di foglietto illustrativo. Per dirla meglio: è un trailer di quello che vedremo fare al Napoli nella prossima stagione, a livello tattico, di atteggiamento in fase passiva. Un trailer che anticipa un ulteriore cambiamento in atto. Una rivoluzione dentro una rivoluzione.
Di quale cambiamento/rivoluzione stiamo parlando? Semplice: di quella che riguarda il gioco di Antonio Conte. Che, per raccontarlo in poche parole, ha sempre impostato una difesa a tre non troppo aggressiva, più attenta alla copertura degli spazi che alle marcature asfissianti dentro e (soprattutto) fuori la propria area di rigore. Ecco, l’arrivo di Buongiorno ci dice che quel tempo è finito. Ci dice che Conte ha studiato e poi ha deciso di modificare il suo sistema. Di aggiornarlo.
Ivan Juric (e Gian Piero Gasperini)
Come detto in apertura, Alessandro Buongiorno è stato lanciato ed è cresciuto in un contesto ben preciso, sempre lo stesso. Ovvero in una difesa a tre con caratteristiche molto peculiari: quella di Ivan Juric. Che – lo diciamo per i pochi che non lo sapessero – è stato giocatore e allenatore in seconda di Gasperini, e che nella sua carriera da tecnico ha ripreso gli insegnamenti del suo mentore. Basta veder giocare Buongiorno per capire cosa intendiamo: l’ormai ex capitano del Torino è un difensore abituato a seguire e braccare il centravanti avversario, a saltargli letteralmente addosso. Ad abbandonare la sua zona di riferimento pur di mantenere alta l’aggressività sua e della sua squadra. Ecco un po’ di immagini significative:
LETHAL DEFENDERE rende perfettamente l’idea
Se avete visto questo video-skills e/o conoscete Buongiorno, se consideriamo come Conte – a quanto pare – abbia voluto a tutti i costi proprio lui, proprio Buongiorno, allora non possono esserci molti dubbi: il nuovo Napoli sarà costruito in modo da valorizzare le caratteristiche del suo nuovo difensore. E allora difenderà come come se fosse il Torino, l’Atalanta. Insomma, Conte ha in mente una squadra difensivamente intensa, si può dire anche feroce, idealmente in grado di soffocare il possesso avversario attraverso il controllo fisico dei giocatori. Attraverso dei duelli corpo a corpo e a tutto campo. Non a caso, viene da dire, esattamente un anno fa Buongiorno era stato accostato proprio all’Atalanta.
Tutto questo, per carità, non significa Buongiorno e i suoi compagni lasceranno sguarnita l’area di rigore. Nel senso: ci saranno dei momenti in cui il Napoli difenderà basso, cercando di presidiare gli spazi prima che di seguire gli avversari. Il punto, come detto prima, sta nei principi di gioco: con Buongiorno in organico, è inevitabile pensare al Napoli 24/25 come a una squadra il cui obiettivo principale, in fase di non possesso, sarà andare a caccia dei giocatori avversari. Anche a costo di rompere la linea, di creare dei buchi temporanei nello schieramento difensivo.
L’obiettivo di questo modello così aggressivo, così ambizioso, è ridurre il tempo di recupero del pallone. Sono anni che ce ne rendiamo conto ogni volta che guardiamo l’Atalanta, il Torino, ma anche diversi club stranieri: le marcature a uomo a tutto campo, se preparate e attuate nel modo giusto, inaridiscono il gioco di qualsiasi squadra. Lo inibiscono completamente o comunque lo sporcano. Non è detto che lo annullino completamente, ma di certo lo rendono più confuso. È inevitabile.
Non solo Buongiorno
In un’intervista a Repubblica, Buongiorno ha detto le seguenti parole: «Sono contento se, quando si gioca, ci si prende un po’ a botte. Mi piacciono i duelli con gli attaccanti che le danno e le prendono, specie se sono grandi e grossi». Difficile trovare un manifesto programmatico più eloquente, in vista della prossima stagione del Napoli. Anche perché ci sono degli altri indizi, piuttosto significativi, per cui le cose andranno esattamente in questo modo. Il primo riguarda Rafa Marín: come Buongiorno, anche l’ex Real Madrid è un centrale a cui piace difendere in modo intenso, che si esalta quando può sentire il contatto con gli attaccanti, che sa aggredire in avanti quando c’è la possibilità di anticipare un avversario. Anche in questo caso, un video vale più di mille parole:
Oltre alcuni interventi, come dire, piuttosto ambiziosi, ci sono anche un po’ di lanci niente male
È chiaro che siamo su un altro pianeta rispetto a Buongiorno. Nel senso: all’Alavés, Rafa Marín ha giocato soprattutto come centrale di una linea a quattro, un sistema che in verità si presta meno all’idea di marcare a uomo e a tutto campo. Ma la fisicità e l’esplosività del difensore spagnolo danno delle buone garanzie, ipotizzando un suo utilizzo come braccetto di destra. Soprattutto se pensiamo alla chiara ed evidente differenza rispetto al profilo di Rrahmani, un centrale di concetto e di posizione, portato a seguire e gestire la linea più che ai duelli corpo a corpo in campo aperto.
Infine, ma non in ordine di importanza, ci sono le indiscrezioni per cui il Napoli sarebbe vicino a chiudere l’acquisto di Mario Hermoso. Che, guarda un po’, è un altro difensore a suo agio nella marcatura a uomo, fisicamente in grado di seguire e affrontare il suo avversario anche lontano dalla sua area di rigore. Proprio come Buongiorno. Proprio come Rafa Marín.
Conclusioni
Il nuovo progetto targato Conte/Manna, si può dire, è nuovo in tutti i sensi possibili. Anche per lo stesso allenatore, che fin dal primo giorno di lavoro – anzi: anche prima, visto che il mercato del Napoli va avanti da settimane – ha dato la sensazione di voler costruire una squadra diversa da quelle che ha guidato in passato. Altro che tecnico dogmatico. In questo senso, la convinzione e la predisposizione all’investimento manifestate nel prendere Buongiorno sono un segnale importante. Alimentano dei chiari sentori di novità. E di coerenza. Proprio ciò che serviva al Napoli per cancellare l’ultima stagione e tornare a essere un club, prima ancora che una squadra, credibile.
Poi certo, è chiaro che i risultati avranno l’ultima parola. Sarà il campo a dire se le scelte di Conte e di Manna, a livello tattico e di mercato, sono state e saranno giuste. Ma, ripetiamolo ancora una volta, tutte le mosse fatte finora restituiscono un senso di coerenza, rimandano a un’idea ben precisa. Quello del Napoli, insomma, sembra essere un progetto chiaro e inequivocabile. E Alessandro Buongiorno, di questo progetto, è una specie di garante. Per le sue qualità, per le sue prospettive. Ma soprattutto per le sue caratteristiche fisiche e tecniche, per il suo modo di interpretare il gioco. Aggressivo, intenso, diciamo anche radicale. Proprio come vuole essere il Napoli di Conte.