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Malagò: «Il no alle Olimpiadi a Roma fu una decisione politica della città: un errore clamoroso»

Al Messaggero: «Sono passati anni, ma non sono stati fatti sufficienti investimenti di impiantistica sportiva pubblica. Medaglie? Mi aspetto molto dal tennis e la boxe».

Malagò: «Il no alle Olimpiadi a Roma fu una decisione politica della città: un errore clamoroso»
Roma 01/02/2024 - Il Presidente della Repubblica incontra la squadra di Coppa Davis / foto Image Sport nella foto: Giovanni Malago’

Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha parlato alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi. La sua intervista a Il Messaggero.

Malagò: «Rifiutare le Olimpiadi a Roma è stato un errore clamoroso della città»

Quante medaglie italiane dovrebbero arrivare a Parigi?

«Farne una in più delle 40 di Tokyo è un obiettivo. Non è semplice, ma abbiamo lavorato molto bene in questo triennio atipico, perché gli ultimi giochi sono stati nel 2021. Le previsioni ci danno una posizione tra la sesta e l’undicesima, ma prima c’erano Paesi che prendevano anche 100 medaglie; con la globalizzazione sono arrivati nuovi Paesi, come il Kosovo, che ha fatto due ori a Tokyo».

Da quali sport si aspetta di più?

«Da quelli che finora non hanno fatto grandi cose. Quindi mi aspetto molto dal tennis, vorrei qualcosa anche con la vela e ci sono grandi premesse di fare meglio anche con la ginnastica. Non dimentichiamoci la boxe, donne e uomini possono darci soddisfazioni».

In apprensione per Gianmarco Tamberi? [infortunatosi dopo poche settimane dagli Europei di atletica]

«No, ci ho parlato; lui è maniacale nella preparazione e ogni intoppo lo esaspera. Poi dice lui stesso di essere un animale da gara e ha bisogno di misurarsi».

A Parigi esordirà la Breaking, con la nostra Antilai Sandrini…

«Sono felicissimo della sua qualificazione. Grazie a lei siamo riusciti a portare almeno un atleta in ogni sport individuale. La presidente della danza sportiva, Lunetta, ha fatto un lavoro eccezionale».

Queste Olimpiadi si sarebbero dovute disputare a Roma… è ancora un grande dolore?

«La cicatrice si è rimarginata, ma la ferita rimarrà tutta la vita. Fu una decisione politica della città, attaccarono le Olimpiadi dicendo che sarebbero state poco oneste, ma è una contraddizione se hai la possibilità di gestirle. La Raggi non disse solo no, ma proprio un “tornate indietro dall’aereo che sta andando a vincere la candidatura olimpica”. Fu un errore clamoroso, la città ne avrebbe guadagnato. La Ryder Cup è stata un esempio, negli 8-10 km prima e dopo il Raccordo. Se nel nostro Paese le opere non vengono fatte spesso, allora ben vengano le manifestazioni sportive. Con le Olimpiadi sei obbligato ad avere 8-10 stadi con certi parametri; qui stiamo ancora decidendo come allestire 5 stadi per gli Europei 2032… ora sono passati gli anni, e non sono stati fatti sufficienti investimenti di impiantistica  sportiva pubblica».

Il problema più imbarazzante sportivo in Italia è il calcio… siamo sulla buona strada dopo l’emendamento Mulé?

«Insomma…»

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