È qui da appena tre settimane e il Napoli già somiglia tanto. Là davanti c’è un vuoto enorme. E si sente, anche contro gli albanesi
Il lavoro di Conte è fin troppo evidente, però dategli un centravanti. Non ci sembra tipo da falso nueve
Siamo al 28 luglio (oggi 29). Il Napoli si allena con Conte sì e no da tre settimane. Il bilancio non può che essere ampiamente positivo. Non c’è bisogno di essere uno studioso o un esperto di calcio per guardare e rendersi conto del lavoro che l’allenatore e il suo staff stanno compiendo e continueranno a portare avanti per i prossimi mesi (loro direbbero i prossimi tre anni). All’inizio del campionato mancano tre settimane. Non saranno tutte rose e fiori, noi lo sappiamo fin troppo bene. Ma è fin troppo evidente la mano di Conte. È chiaro come il Napoli giocherà. Come starà in campo. La squadra sta facendo la faccia del suo allenatore. A fine partita, giustamente, lo stesso tecnico ha ripetuto in ogni salsa che c’è tanto da lavorare. Lo dirà sempre. Anche se dovessimo battere 5-0 una grande squadra. Siamo preparati a questo.
Conte e il cambio di marcia anche con le vecchie glorie
Chiaramente non è il 4-0 ai campioni d’Albania che può farci dormire sonni tranquilli. Però la trama è chiara ed è già tanto. Ma c’è anche un aspetto che è lì, evidente come la favola del re nudo. Il Napoli ha giocato senza attaccante, soprattutto nel primo tempo. Il Napoli deve avere una prima punta degna di questo nome. Nulla contro Cheddira ma là davanti l’assenza si sente. Conte lo sa benissimo. Così come sa che Lukaku è un turbodiesel. Più tardi arriva, più tardi si mette in moto e più tempo ci vorrà per portarlo al massimo delle prestazioni. Nonostante tutte le indicazioni che possono inviargli via whatsapp o al telefono. È fondamentale che il Napoli abbia un assetto chiaro in attacco. La prima punta non è un orpello. Già con Simeone nella ripresa è stato un altro andare.
Per il resto, è arduo non essere soddisfatti. Senza voli pindarici, anche perché qui nessuno ha parlato di obiettivi al momento impossibili. Però il Napoli sprizza organizzazione. In campo. E fuori. Persino nel rapporto con le vecchie glorie, da sempre un nervo scoperto della gestione De Laurentiis. Vedere Gianni Improta chiacchierare con Conte e Oriali è stata una ventata di normalità. Ecco, in questa normalità, poiché Conte è allenatore contemporaneo ma anche con la radici nel calcio classico, dategli un centravanti. Al più presto. Non ci sembra tipo da falso nueve.