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Testa sul caso Khelif-Carini: «Se queste sono le regole, a noi non rimane che accettarle e combattere»

All’Ansa: «Non so perché l’Iba fa il test sul Dna e perché non lo faccia il Cio, va fatta chiarezza. Anche la filippina che mi batté a Tokyo è stata squalificata dall’Iba»

Testa sul caso Khelif-Carini: «Se queste sono le regole, a noi non rimane che accettarle e combattere»
Bronze medallist Italy's Irma Testa poses on the podium with her medal after the women's feather (54-57kg) boxing final bout during the Tokyo 2020 Olympic Games at the Kokugikan Arena in Tokyo on August 3, 2021. (Photo by Luis ROBAYO / POOL / AFP)

Testa sul caso Khelif-Carini: «Se queste sono le regole, a noi non rimane che accettarle e combattere».

«In realtà non c’è una linea chiara, se al Cio va bene che si misuri solo il livello del testosterone a noi non rimane che accettarlo e combattere, se queste sono le regole. Non sono un medico, non so perché l’Iba fa il test sul Dna e perché non lo faccia il Cio, però va fatta chiarezza una volta per tutte». Così Irma Testa, al telefono con l’Ansa, sulla vicenda del match tra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif.

«Se io avrei fatto come Angela? Non lo so, il pugilato è uno sport individuale e ognuno decide per se stesso. Comunque anche la filippina che mi batté in semifinale a Tokyo è stata squalificata dall’Iba», ha poi concluso la Testa.

La Khelif dopo aver vinto: «È la prima vittoria, punto all’oro»

Le prime parole di Khelif sono ovviamente dedicate al suo popolo: «Ringrazio il popolo algerino». Dopo la vittoria per ritiro dell’avversaria, l’italiana Angela Carini, nel nel primo match dei pesi welter al torneo delle Olimpiadi di Parigi 2024.

Il suo primo pensiero è quindi per il suo popolo, sul match dice poche cose e anche scontate: «È la prima vittoria, spero di ottenere la seconda per essere certa della medaglia: poi, punto all’oro».

Ad accennare alle polemiche il suo allenatore, «Tutte queste polemiche le danno la forza per andare avanti».

Carini: «Non ho perso, mi sono solo arresa con maturità. Non giudico nessuno, le auguro di arrivare in fondo»

Queste le dichiarazioni della pugile dopo il ritiro nel match con l’algerina Khelif:

«Ho sentito forti le polemiche, non sono state una cosa che mi ha bloccata mentalmente. Ero qui per percorrere il mio ultimo chilometro. Sono salita sul ring pensando che avrei dato tutta me stessa a prescindere dalla persona che avevo davanti, che a me non interessa. Le polemiche non mi interessavano. Volevo solo vincere. Anche se mi avessero detto di non combattere non l’avrei accettato. Una volta il mio maestro voleva lanciarmi l’asciugamano ed ero alla prima ripresa, non mi sono mai abbattuta. Quel match l’ho vinto. Mio padre mi ha insegnato ad essere guerriera. Non ce l’ho fatto, avevo troppo dolore al naso. Non respiravo più. Il dolore era troppo forte e ho detto basta, non me la sento. Io con onore mi sono sacrificata, per me non è una sconfitta. Quando scavalchi quelle corde sei già un vincente. Io non ho perso, mi sono solo arresa con maturità. Alla mia avversaria auguro di arrivare fino in fondo e che possa essere felice. Io non sono qui per giudicare nessuno. Lottavo per il mio sogno, evidentemente Dio e mio padre hanno voluto così. Lo accetto».

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