Al Corsport: «Non voleva andar via da Firenze. Gli dissi: “se resti qui, fai la fine di Antognoni che rifiutò la Juve e non ha vinto niente”»

Caliendo: «Con Baggio ruppi per la religione. Parlava male del cattolicesimo, stavo per lasciarlo in autostrada».
Nell’intervista a Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport, Antonio Caliendo (padre dei procuratori italiani) non parla solo del caso Osimhen e del suo procuratore Calenda ma anche di Baggio e della loro storica rottura.
«Baggio cosa? Non voleva andar via da Firenze. “Ammazzano prima te e poi me”, mi ripeteva. E sai cosa gli risposi?».
Lo so in parte.
«Se resti qui fai la fine di Giancarlo, di Antognoni, che non volle andare alla Juve, e non vinci un cazzo. La risolse Pontello. Io l’avevo dato al Milan, ma intervenne la Fiat, la Juve, l’Avvocato. Se parli di me con Baggio sai cosa ti dice?».
Caliendo e il rapporto con Baggio
Cosa?
«Che grazie a Baggio sono diventato famoso. Roberto dimentica che prima di lui avevo avuto Boniek, Daniel Passarella, Dirceu, gente con le palle quadrate».
Me se tentasti di portarlo al Derby County!
«Ma cosa dici? Ma quando mai? Il Derby, poi».
Antonio, io c’ero in quei giorni e ricordo bene certe telefonate e Baggio che non aveva intenzione di muoversi dall’Italia.
«Ma non è vero, ricordi male».
Seh, vabbeh. Qualche cazzata l’hai fatta anche tu. Devo dire però che hai pagato oltremisura.
«Se le ho fatte l’intenzione era buona, erano a fin di bene. Con Roberto ruppi mentre lo stavo accompagnando alla Borghesiana, doveva raggiungere la Nazionale. C’entra la sua religione, il buddismo. A un certo punto iniziò a parlar male della mia fede e della religione cattolica, alzammo la voce, stavo per aprire la portiera e lasciarlo a piedi in autostrada».