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Il direttore generale della Premier: «È giunto il momento che il caso sul City e le 115 accuse venga risolto»

Alla Bbc: «Va avanti da diversi anni e penso sia ovvio che il caso debba essere risolto. La sentenza darà una risposta a tutte le domande»

Il direttore generale della Premier: «È giunto il momento che il caso sul City e le 115 accuse venga risolto»
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola and Manchester City Emirati chairman Khaldoon al-Mubarak react following the presentation ceremony following the English Premier League football match between Manchester City and West Ham United at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on May 19, 2024. Manchester City created English football history on Sunday, beating West Ham 3-1 to win an unprecedented fourth straight Premier League title. (Photo by Oli SCARFF / AFP)

Il direttore generale della Premier League, Richard Masters, è convinto che il caso che coinvolge il Manchester City e le relative 115 accuse debba essere risolto per il bene della lega. La Bbc lo ha intervistato.

Il dg della Premier: «L’indagine è gestita comitato indipendente»

Una commissione disciplinare indipendente esaminerà il caso contro il City, che nega tutte le accuse, per presunte violazioni delle norme finanziarie della Premier, alcune delle quali risalgono al 2009.

«È giunto il momento che il caso si risolva. Va avanti da diversi anni e penso sia ovvio che il caso debba essere risolto. Non posso confermare la data specifica dell’udienza. Il City è stato accusato a febbraio 2023».

Secondo la Bbc è probabile che l’udienza si tenga all’inizio di settembre. Il verdetto si potrebbe avere a inizio 2025.

«Quando il caso sarà discusso, verrà pubblicata una sentenza e a tutte le domande verrà data risposta. Perché tanta riservatezza? Molto semplicemente, non rientra nelle nostre regole rendere pubblico tutto. Ciò che facciamo è pubblicare le accuse quando vengono fatte e le decisioni quando vengono prese. La parte intermedia è gestita da un comitato indipendente e sono molto chiari nel volere che quel processo sia confidenziale».

Il City è poi coinvolto in un altro caso come parte lesa. Il club vuole prendere provvedimenti contro la Premier per le nuove regole sulla sponsorizzazioni. A questo proposito il direttore Master non ha fornito alcuna dichiarazione.

La guerra tra Premier League e Manchester City: sequestrate mail, sms, chat sul City dal 2009 (Times)

La guerra legale tra Premier League e Stati proprietari del Medio Oriente va verso un escalation. Dopo la causa – definita “esistenziale” dalla stampa inglese – del Manchester City contro la lega per eliminare i controlli finanziari sugli accordi con “parti correlate” (lo stratagemma che usano i club “di Stato” per aggirare il Fair Play Finanziario), ecco che il sistema risponde: in vista della prima udienza del processo sui 115 capi d’accusa cui deve rispondere il City – scrive il Times – “tutti personaggi di spicco della Premier hanno dovuto consegnare e-mail, messaggi WhatsApp e sms che riguardavano il Manchester City. I funzionari dovranno divulgare tutte le comunicazioni che fanno riferimento al City risalti al 2009. Compresi Richard Masters, amministratore delegato della Premier League, e il suo predecessore, Richard Scudamore.

A novembre i campioni d’Inghilterra dovranno comparire davanti a una commissione indipendente a novembre, accusati dalla Lega di aver nascosto pagamenti tramite terzi mascherandoli come entrate da sponsorizzazioni. Il City ovviamente nega qualsiasi illecito.

La mossa – scrive il Times – è un’ulteriore escalation di quella che sta diventando una crisi esistenziale per il calcio inglese, dopo che il City ha avviato un’azione legale separata contro la Premier League. Il City sostiene che le regole progettate per limitare quanto le società legate ai proprietari dei club possono pagare in sponsorizzazione sono illegali. Vuole abolire queste regole e poi avviare una seconda causa per i danni.

Il Times tratteggia “una guerra civile tra i club della Premier League, con il City che sostiene che i proprietari di Abu Dhabi sono vittime di “discriminazione” e che le regole sulle transazioni con parti correlati (Apt), introdotte nel dicembre 2021, equivalgono a una “tirannia della maggioranza”. Dicono anche che le regole sono progettate per soffocare il loro futuro successo in campo. Mentre circa 10-12 club della Premier League sostengono il campionato, altri sono più solidali con il City”.

All’ultima votazione, il 9 febbraio scorso, sulle regole dell’Apt c’è stata una divisione netta. Il City si oppose all’inasprimento delle regole, insieme al Newcastle United (a maggioranza saudita), al Chelsea (comproprietario di Clearlake Capital, che gestisce miliardi di sterline di denaro saudita), allo Sheffield United (di proprietà saudita), al Nottingham Forest ( parte di una struttura proprietaria multi-club) ed Everton. Aston Villa e Crystal Palace si sono astenute, con Liverpool, Manchester United, Arsenal, Tottenham Hotspur, Bournemouth, Brentford, Brighton, Burnley, Fulham, Luton, West Ham United e Wolverhampton che formano una maggioranza di 12 club.

Il Guardian: “Una causa nauseante”

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