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Runjaic, l’allenatore che nessuno conosce e che all’Udinese ha già portato quattro punti

Ha un talento particolare nel valorizzare i giovani. Tiene lezioni di dribbling con palloni giganti. Un punto col Bologna, tre con la Lazio

Runjaic, l’allenatore che nessuno conosce e che all’Udinese ha già portato quattro punti
Mg Udine 08/08/2024 - Coppa Italia / Udinese-Avellino / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Kosta Runjaic

FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le successive sono goffe imitazioni di “copioni” senza fantasia)
COMMENTO ALLA 2° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25

Era appena la seconda, ma era già decisiva.
Cancellare subito la disfatta di Verona.
Il Feroce Salentino dal cuore sanguinante aveva il dovere di dare risposte concrete.

Ci vuole pazienza per cambiare pelle.
E il Napoli di Conte ha l’ambizione di cambiare pelle.
Addio possesso. Dopo dieci anni e più.
Baricentro basso, e spazio per le ripartenze.
E con un Buongiorno Alessandro al posto di un Gesù cristo in croce, si può.
Buongiorno, tra l’altro, sta imparando un altro mestiere. Lui che in maglia granata era abituato a fare il centrale.
Che sia cambiato qualcosa, anzi che sia cambiato tutto lo si intuisce dalla ferocia di Zambo e Charlie Brown a centrocampo.
Dalla determinazione di Olivera e direi anche di Mazzocchi che si vede quanto è scarso, ma ce la mette tutta.
Poi più avanti la stella abbagliante del fuoriclasse. Il talento incontrastato del campionato. Nessuno come lui in Italia.
Il primo gol dell’era Conte nasce dal georgiano invito per Di Lorenzo.
Ha tante cose da farsi perdonare, il capitano dalla fascia appassita.
E va verso i tifosi per la recita un po’ ovvia e scontata.
Ma godiamoci la vittoria.
E poi dal 77 al 7 godiamoci gli otto minuti di David Neres, che mettono allegria, proprio come l’espressione del brasiliano, da impassibile desanimado.

Molto equilibrio in Serie A.
Conseguenza dell’assurda incompletezza delle rose, per via del mercato che chiude fra una settimana.
I campioni appaiono più determinati rispetto alla prima uscita con i Grifagni grifoni.
Hanno vita facile contro un Lecce che balla la taranta e traballa la pizzica in difesa. La risolve praticamente in avvio Darmian.
E consente a Inzaghino la solita divertente passerella mani al cielo e bacino ancheggiante destra-sinistra, degno della migliore Wanda Osiris.
Per la vittoria, determinante l’apporto del Signorinello Pallido. In panchina per 90 minuti.

Grande attesa all’Olimpico torinese.
Dove scende in campo la Dea colpevole di aver rubato anche Bellanova. Tifosi granata in subbuglio con marcia anti Cairo per le vie della città.
Clima rovente.
Ambizioni decisamente opposte.
Dea ufficialmente tesa verso un salto di qualità.
Cairo esplicitamente privo di progetti. A parte i conti in ordine.
Ma Vanoli ha la testa sulle spalle. È allievo di Conte, Vanoli. Ma ha idee un po’ diverse.
Doppio play a centrocampo. Fraseggio continuo Adams-Duvan in attacco.
Meritato vantaggio in rimonta.
Poi nel recupero rigore ingenuo concesso.
La partita rischia di finire come a San Siro. Con la beffa nei secondi finali.
Ma Vanja riesce a respingere con quel pallone tutti i cattivi pensieri.

La sorpresa vera è all’altro Olimpico, quello romano.
Prima cori di sostegno, poi brusii e infine fischi e pernacchie.
C’era da festeggiare la telenovela della Joya.
Tentano di scrivere un romanzo alla Liala.
Ma temo che alla fine il no all’Arabia sia molto meno nobile e sia partito da procuratore e società per meschine questioni di petrodollari.
Capitan Futuro non ne azzecca una.
E a un certo punto manda in campo tutto quello che si trova in panchina.
Il risultato è un grottesco intasamento sulla fascia destra.
Baldanzi, e Soutè. E poi pure sto Dybala che impiccia tutto e che sta ancora fra i piedi.
Insomma, il migliore è Shomurodov. E allora è evidente che qualcosa non va.

Sorpresa anche a Parma dove Fonseca riesce a far peggio dell’esordio contro il Toro.
Errori di logica calcistica sesquipedali. Leao e Theo, le due star, i maggiori responsabili.

Scommetto che in pochi sanno chi è il tecnico dell’Udinese.
Si chiama Kosta Runjaic. E non lo conosce nessuno.
Molto coraggiosa la scelta di Pozzo.
Ma in fondo anche un nesci è meglio di quel disastro a nome Fabio Cannavaro.
Runjaic è austriaco, naturalizzato tedesco e di origini croate.
Si è messo in luce a Varsavia, dove ha allenato il Legia vincendo Coppa e Supercoppa.
Di lui si dice che non abbia dogmi. Si adatta a quello che ha.
Ma ha un talento particolare nel valorizzare i giovani.
La curiosità l’ha fornita durante gli allenamenti.
Dove fa svolgere un esercizio mai visto prima.
Lezioni di dribbling con palloni giganti.
Ho visto il filmato. Davvero molto divertente.
Intanto ha già intascato quattro punti.
Uno a Bologna e tre al Friuli contro gli Aquilotti.
Non male come inizio.

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