Sul CorSport. “Siamo tecnicamente più deboli della Francia? Sì, senza dubbio, e allora perché non provare con le idee, la strategia, la tattica appunto?”
Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport spiega il calcio all’italiana, bene da tutelare soprattutto oggi che il calcio è in mano a presunti scienziati che prendono gol una partita sì e l’altra pure con la costruzione dal baso e amenità varie. Quello è il nostro calcio, ora finalmente – dopo un Europeo disastroso – ne ha preso atto anche Spalletti. E la Nazionale ha vinto 3-1 in Francia. Ha vinto riscoprendo lo stile Italia.
Il Calcio all’italiana è intelligenza, organizzazione, intuito
Scrive Polverosi sul CorSport:
«All’italiana». Abbiamo vinto così al Parco dei Principi, perché il calcio all’italiana non è quell’arruffìo difensivo che pensano in Europa. È uno stile che dovremmo tenerci stretto, perché è la nostra radice. Qualcuno ricorderà cosa diceva un maestro come Carlo Mazzone: «La tattica è la virtù dei poveri». Siamo tecnicamente più deboli della Francia? Sì, senza dubbio, e allora perché non provare con le idee, la strategia, la tattica appunto, a metterli in difficoltà? Il calcio è supremazia, è vero, ma è anche intelligenza, organizzazione, intuito, altrimenti vincerebbe sempre il più forte e invece non è così.
Non ci siamo solo difesi anche se Spalletti ha schierato sei centrocampisti e tre difensori. Un bel 3-6-1. E nessuno doveva vergognarsi perché se non li avessimo fermati a metà campo ci avrebbero fatto del male con i tre davanti. Il tecnico più bravo è quello che capisce subisce il tipo di materiale a sua disposizione. Spalletti ha capito. Ha svuotato i giocatori da responsabilità eccessive, ha tolto dalla loro testa le infrastrutture mentali dell’Europeo e li ha schierati come era giusto schierarli.
Poi è vero, abbiamo fatto anche catenaccio, però solo negli ultimi minuti, sul 3-1, quando uno spirito fortissimo ci sosteneva. C’è stato un momento, nel finale, in cui qualcuno si è alzato in piedi a battere le mani a Kean: con tutta la forza di questa terra stava proteggendo, contro due o tre francesoni, la palla sulla bandierina del calcio d’angolo per strappare un corner e perdere ancora qualche secondo. Non lo abbiamo fatto dal primo minuto, ma nel recupero, quando serviva, quando il calcio all’italiana, fatto dagli italiani, ci ha di nuovo entusiasmato. Aspettiamo la riprova di martedì a Budapest con Israele ma da lassù Enzo avrà di sicuro applaudito Luciano.