Il portiere del Napoli ha fermato “la reazione veemente della squadra di Nicola” dopo il vantaggio partenopeo nonostante avesse la febbre alta
Su Repubblica il racconto del 4-0 del Napoli a Cagliari. Marco Azzi si sofferma sulla super prestazione di Meret. L’anno scorso prendeva gol al primo tiro, domenica ha tirato fuori i superpoteri pur con la febbre alta.
Meret con la febbre alta ferma il forcing del Cagliari
Di seguito ciò che Marco Azzi scrive su Repubblica:
“In tribuna è successo infatti di tutto (feriti uno steward e un sostenitore sardo in maniera non grave) e la gara è stata sospesa a lungo nel primo tempo per lancio di petardi, con la situazione che è precipitata dopo il casuale gol del vantaggio realizzato da Di Lorenzo, su una deviazione involontaria, sfortunata e decisiva di Mina. La reazione veemente della squadra di Nicola, trascinata alla caccia del pareggio dal suo caldissimo pubblico, è andata tuttavia a sbattere contro i guanti dell’insuperabile Alex Meret, che l’anno scorso prendeva spesso gol al primo tiro e invece nella trasferta in Sardegna ha tirato fuori i superpoteri, pur essendo sceso in campo con la febbre alta. Poi ci hanno pensato i nuovi gemelli del gol del Napoli: Lukaku e Kvaratskhelia. I due sembrano essere fatti l’uno per l’altro e si trovano una meraviglia, persino con più naturalezza rispetto a quello che capitava al talento georgiano con Osimhen“.
La capolista se ne va ma la novità rivoluzionaria è che il Napoli non è più una squadra di fighetti
Il Napoli ha vinto quattro a zero a Cagliari ed è in testa alla classifica. Temporaneamente, ma è in testa alla classifica. Ha vinto tre partite di fila dopo un anno e mezzo. Non accadeva dai tempi di Spalletti. Ha saputo soffrire, Meret migliore in campo, e poi ha castigato l’ottimo Cagliari di Nicola prima in ripartenza e poi approfittando di un errore difensivo. C’è stato spazio, nel finale, persino per il quarto gol di Buongiorno. A conferma che il Napoli oggi è una squadra che non molla mai la presa.
La capacità di soffrire è una delle tante novità portate da Antonio Conte. Il dato più significativo a nostro avviso è che il Napoli somiglia sempre più al suo allenatore. Storicamente il Napoli è sempre stata una squadra che possiamo definire alto borghese, persino gagà, di fighetti insomma. Raramente, nel corso degli anni, ha retto quando gli avversari l’hanno messa sul piano dell’agonismo, anche della cattiveria agonistica. Ecco, tutto questo è scomparso. Il Napoli di Conte è una squadra che azzanna. Non diciamo che mena. Di certo non tira il piede né si lascia intimidire. In altri tempi il Napoli si sarebbe fatto intimidire dalla squadra di Nicola. Fallo di Zappa (nomen omen) sul malleolo di Kvara dopo nemmeno due minuti. Il Napoli si è lasciato scivolare l’episodio addosso, si è rimboccato le maniche ed è sceso nell’arena.