A Sky: «Inizialmente si era pensato a giocare dieci partite. Non è un format pensato per il calendario. Però è venuto fuori un format molto interessante»
Zvonimir Boban ritorna ad attaccare la Uefa, organizzazione di cui lui, fino a qualche tempo fa, faceva parte. Per dissidi con il presidente Ceferin ha lasciato la poltrona. Anche da lontano, Boba, oggi opinionista Sky, critica la Uefa e spiega come è nato il nuovo format della Champoons League:
«Già nel 2016 s’è iniziato a discutere di un nuovo format, poi l’insidia della SuperLega ha dato un’accelerata e s’è deciso di farla partire dal 2024 dopo diverse richieste da parte dei club. Inizialmente si era pensato a giocare dieci partite, ma poi s’è capito che era impossibile perché se hai quattro fasce non puoi che giocare otto partite o quattro, altrimenti ci sarebbe stata disparità di trattamento. A me piace tantissimo questo formato: non è pensato per il calendario internazionale, ma per permettere alle grandi squadre di fare business. Però, in questa logica, secondo me è venuto fuori un format molto interessante».
Boban: «Il mondo è cambiato, io non sono così moderno»
Nel corso del suo intervento negli studi di Sky, anche un simpatico siparietto. Il portiere titolare del Psv, avversaria della Juve nella prima partita di Champions, è stato costretto a tornare in Olanda per la nascita del figlio. Appresa la notizia, Boban ha commentato:
«Ma cos’è questa roba? Te ne vai e vai da tua moglie per la nascita di tua figlia? Ma questo è il tuo lavoro… giochi e poi scappi di notte e vai a baciarla. E’ cambiato il mondo, io non sono così moderno per queste cose. Parlo per me, ovviamente, non giudico ma io non l’avrei mai fatto: è una partita, è il tuo lavoro. Questo è il tuo lavoro, hai dei compagni che devi aiutare».
Già alla Gazzetta aveva detto: «Non si può infangare tutto il calcio per difendere un proprio interesse»
La Gazzetta dello Sport questa mattina ha pubblicato l’intervista a Zvonimir Boban, ex dirigente dell’Uefa da cui ha rassegnato le dimissioni dopo la modifica da parte di Ceferin dello statuto. Boban non risparmi attacchi a Ceferin, risposte che anche l‘Equipe ha sottolineato e ripreso nella sua edizione online.
La fine dell’esperienza in Uefa è stata molto brusca: ce la racconta?
«Ho fatto tanti compromessi nella mia vita, di qualcuno mi vergogno anche, ma di fronte alla usurpazione e alla pura politica di chi per difendere un proprio interesse infanga tutto il calcio e le sue istituzioni, non era possibile continuare. E mi creda, nonostante il mio ruolo fosse prestigioso e importante, la decisione di farmi da parte seguendo il mio credo è stata inevitabile anche se sofferta. Purtroppo, da anni vediamo che la tecnocrazia calcistica imperversa nel sistema, privandolo dei valori che invece dovrebbe rappresentare e difendere sempre. Questa gente pensa di essere più importante del gioco, dei calciatori, degli allenatori, del pubblico, delle stesse istituzioni calcistiche. In questo senso, lo dico amaramente, pur lottando per i cambiamenti nella Uefa, come prima nella Fifa, non sono servito a niente».