Alla Gazzetta il presidente dell’Osservatorio: «nasce da scontri passati tra sampdoriani e genoani con la sottrazione dei vessilli: sono onte che gli ultras non sopportano»
Genova, «negli ultras di questo livello la componente sportiva è minima, sono violenti»
A Parlare alla Gazzetta dello Sport è Paolo Cortis presidente, uscente per limiti di età, dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive, istituito presso il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno.
Ricorda la Gazzetta che dal 2 ottobre il suo posto verrà preso da Maurizio Improta.
Genoa-Samp era ovviamente una gara ad alto rischio…
«Avevamo attribuito al derby rischio 4, il livello più alto, con rinforzi di polizia veramente importanti. Sapevamo che era una situazione esplosiva. C’era la speranza, rimasta tale, di evitare grandi problemi. I presidenti delle società hanno fatto anche tutto il possibile per creare situazioni di equilibrio ma quando si parla di ultras di questo livello si tratta solo di avere a che fare con violenti in cui la componente sportiva è veramente minima. Il bilancio di 36 feriti è pesantissimo».
«36 feriti non sono sopportabili, purtroppo le forze di polizia fungono ormai da scudo umano e non è accettabile».
«Il numero dei feriti non è dovuto ad aggressioni di tipo fisico, quanto agli effetti di bombe carta e lanci di bottiglie. Ne abbiamo avuti di episodi difficili, stavolta si è andati oltre. Qui tutto nasce dal 5 maggio, con gli scontri tra i sampdoriani e alcuni ultras genoani con la sottrazione dei vessilli: sono onte che gli ultras non sopportano».
Guerriglia ultras a Genova, verso due partite a porte chiuse per Genoa e Sampdoria (Gazzetta)
Dopo la guerriglia dell’altro giorno a Genova, in occasione del derby di Coppa Italia tra Genoa e Sampdoria, sono in arrivo finalmente sanzioni dure con squalifiche del campo. Due partite a porte chiuse per entrambi i club e tre trasferte vietate.
Scrive la Gazzetta dello Sport:
Almeno una partita in casa a porte chiuse (ma potrebbero essere due) per Genoa e Sampdoria, oltre alle prossime tre trasferte di entrambi i club vietate ai tifosi. Si va verso una sanzione esemplare dopo gli incidenti avvenuti in occasione del derby di Coppa Italia che si è giocato mercoledì sera al Ferraris: ben 36 gli agenti feriti, con prognosi fra i 7 e i 35 giorni. Nell’immediato il Genoa dovrebbe quindi giocare senza pubblico l’anticipo di domani con la Juventus alle 18 a Marassi, mentre la Samp andrebbe domenica a Modena senza il sostegno dei tifosi.
Stamattina ci sarà l’ufficialità delle sanzioni, dopo che la proposta arrivata da Roma sarà stata vagliata dal Prefetto di Genova, Cinzia Torraco, alla quale spetta l’ultima e decisiva valutazione in merito. Ma, considerando quello che era stato il suo severo monito prima del derby («Tutte le condotte violente saranno gestite con fermezza e perseguite penalmente e in via amministrativa»), è probabile che la punizione sarà durissima. A causa di 600 teppisti, alla fine pagheranno i quasi 50 mila abbonati di Genoa e Sampdoria (47.498, per l’esattezza), costretti probabilmente a dover disertare l’appuntamento con lo stadio per tutto il mese di ottobre.
La violenza ultras ha riportato a Genova la polizia con cannoni ad acqua (mancava dal G8)
La decisione è stata presa dall’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive. La loro proposta è poi arrivata sul tavolo del Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazione sportive), che si è riunito ieri sera e ha poi comunicato al Prefetto di Genova quello che secondo loro sarebbe il provvedimento più giusto da prendere.
Troppo gravi i fatti di mercoledì, con l’intero quartiere di Marassi diventato ostaggio di circa 600 violenti (due dei tre arrestati sono ultras del Marsiglia, arrivati a Genova in appoggio ai genoani, l’altro è un sampdoriano), con agguati alle forze dell’ordine, cassonetti incendiati e persino l’intervento di un mezzo antisommossa della polizia con cannoni ad acqua, che a Genova non si vedeva in azione dai giorni del G8 nel 2001.